A Michele Buzzeo

 

 

Passero solitario

per valli, colli e ripari sicuri,

amor cantando, che nel mio cor stringe;

 

svelar non posso il silente palpitar

che spesso mi fa penar per colei

cui vorrei conquidere su d’un’altar!

 

Remoti pagan ricordi evocasti

della dea Mefiti e sacro culto

riservato, fra numerosi fasti.

 

Col tuo dolce carme a “zi Caitaniegli”’

vibrasti eccelso, grandioso, bel volo

ch’usignoltenore esclamo’: “comm’e’ biegl’ “.

 

Allo scandir dei vari ritornelli

dell’antico sacro canto-preghiera,

ecco spuntar giorni sempre piu` belli,

 

riveder e percepir in accorati

soavi richiami i tanti amori

di mille e mille giovin innamorati.

 

Tue dolci note sian degni accenti

Pe’ figli, l’amata dolce  sposa,

e chi ti ricordi co’ parenti,

 

in sacra comunion tra pane e vino

che ben proclamasti e degnamente;

or ci affratella col Figlio Divino.

 

Messaggio per ogni settefratese,

sia in Ciociaria ch’altrove viva,

e d’amore acceso, con mani tese,

 

alla Madre di Dio Suo eleva,

tra bisbigli oranti, dolci parole,

se non per far altro che grande leva,

 

nel Divin Cor di si’ gran bella Madre,

porgendo, a chi nel dolore avvinto,

meravigliosiportenti del Padre,

 

serenita` riportano e pace

nel focolar, ravvivando l’amore,

mentr’anche lontan, il cannon  si tace!...

 

E l’oppido mi, solitario, antico

rivive piu` a Stanford che tra i monti

dell’Appennino, in suol tanto aprico,

 

ove a rifocillar il picciol mio cor,

tra mille e piu` ricordi, ormai aviti,

sol resta gran significato: Amen!

 

......

 

e nel  cor mio rimbomba: Michel’Alborio,

come se tal nome sempre piu` caro sia!....

 

Gaetano Cardelli

 

Settefrati, Sardegna 30-31 dicembre 2005

 

 

 

 

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