Angeli del fango Alluvione di Firenze - Cinquanta anni orsono.... 4 Novembre 1966. Ero a Settefrati e sentii alle televisione che a Firenze c'era stata un'alluvione. Come al solito occorre un po' di tempo, e ne occorse un po' anche allora per capire di quale portata e' un evento, e, come per i terremoti dei nostri giorni, anche per l'alluvione di Firenze occorsero dati, foto , video, tempo, per capire che si trattava di un disastro immane, orribile, doloroso, triste . Due giorni dopo partii per Pisa. A Grosseto la ferrovia era stata messa fuori uso dall'Ombrone, che, come l'Arno, aveva rotto gli argini ed aveva allagato migliaia di ettari di terreno e divelto, appunto, la ferrovia. Arrivo a Pisa, e per caso so' di pulman di volontari organizzati dalla Scuola Normale per salvare per quanto possibile le opere della Biblioteca Nazionale che da' sull'Arno all'altezza di Santa Croce. Vado anchio, mi aggrego.... Resto in biblioteca a spalar fango poco tempo, forse un'ora, solo per non dare nell'occhio,… avevo altra urgenza … in pochissimi minuti arrivo a Via Verdi n.1 , da Italo Di Preta , la cui abitazione e sartoria erano state completamente distrutte, essendo a piano terra, totalmente allagate talche' l'acqua aveva invaso il piano di sopra per piu' di un metro. Italo nel vedermi sbotto' in pianto, aveva perso tutto. Un metro di fango, le pareti nere di nafta che aveva impregnato tutto, …..fra il fango si poteva trovare di tutto, e prima di versare fuori secchi colmi di “mota”, si rovistava con le mani per vedere se ci fosse stato qualcosa da salvare. In Piazza Santa Croce una montagna di banchi della Chiesa, di Confessionili... camion di soldati raccoglievano tutto il fango che le abitazioni ed i negozi riversavano per strada, per buttarlo... in Arno ( ..per fortuna che ci s'ha l'Arno... macabro umorismo .. macabro umorismo fiorentino). Da Italo c'era Antonio che abitava in un palazzo non molto distante, ma al quinto piano, senza ascensore perche' non c'era energia elettrica, ne' acqua... e l'acqua veniva distribuita dai militari e, forte dei miei diciotto anni, con diversi viaggi, riempii una vasca da bagno di acqua trasportandola con bidoni di teflon da 10-15 litri ciascuno. Antonio fece degli spaghetti e dacche' l'acqua era preziosa e non si poteva sprecare. bevemmo un fiasco di buon Chianti. Tornai all'ora convenuta al pulman che mi ricondusse a Pisa; il giorno dopo tornai a Firenze. Quelli che andarono a dare una mano alla Biblioteca Nazionale furono chiamati Angeli del Fango... avrei povuto esserlo anch'io ma preferii rinunciare al titolo per dare un po' di compagnia alla famiglia Di Preta, per me piu' importante dei pur importantissimi libri danneggiati dall'alluvione …. Ricordi....... ora non ho piu' il coraggio di passare davanti a Via Verdi , e , se vorro' rivedere la Cappella dei Pazzi e la tomba vuota dell'Altissimo Poeta che attende, dovro' fare altra strada. Firenze. Ho nel cuore le tue sofferenze che, pero', mi hanno maggiormente legato a te' , ai tuoi libri, alla tua arte..... Verro' ancora da te, ne ho bisogno, non come angelo del fango, anche se ne ho spalato con l'anima un po' del tuo fango, una delle non molte cose buone da me fatte. 5-11-2016 |