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Armata Brancaleone a Settefrati.

 

Una macchia di fiori gialli non basta a colorare la solitudine di un pomeriggio domenicale. Con la fedele Margot e con mio cognato Massimo Parravano, nei panni d’Indiana Jones, bello ed impossibile, con gli occhi di un azzurro longobardo, ci siamo avventurati fra gli oliveti di Marzara alla ricerca della Chiesa di Santa Croce lungo l’antica via Marsicana.

I boschi vinacciati della BellaVeduta mandavano, lungo i tratturi di mezza costa, un odore di mosto e di sogni torchiati. Gli olivi, a ridosso di macere partorienti, aspettavano pazienti di essere munti da operose mani di padrone.

La Chiesa l’abbiamo trovata ,disarcionata, sulla costa di una collina, coperta da un’edera che pietosamente nascondeva gl’insulti dell’uomo e del tempo. Le pietre del portale stavano da una parte, pronte per essere trafugate da qualche predone.

Il cognato, emozionato, s’inoltrava nei fatiscenti ambienti superiori e nell’affascinante sala inferiore adibita, fino a qualche tempo fà, a stalla.

Gli ultimi raggi di sole , nel frattempo , ruzzolavano tra le macerie e tra le spine.

Per un attimo ci siamo sentiti un po’ cavalieri medievali di ritorno dalle Crociate, in ricognizione delle proprietà distrutte da nemici. Ma, appena girato l’angolo, sulla via del ritorno, abbiamo ripreso l’aspetto di comparse del film: ”Armata Brancaleone a Settefrati”.

Settefrati martedì 30 ottobre, Festa di San Germano,

Aldo Venturini

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