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ASILO
INFANTILE COLONIA AMERICANA
Una
riflessione su Asilo e dintorni
Home L’edificio scolastico di Settefrati fu inaugurato il 28 gennaio
1928 e fu frutto di una raccolta fondi fra gli emigrati in USA - $
11,638 - e di una donazione di terreno – il Franile di Martire - da
parte del Maestro Giuseppe Terenzio.
Antefatti:
-Le Scuole Elementare di Settefrati Centro e di Pietrafitta, furono
aperte subito dopo l’Unita’ d’Italia;
-Nel 1901 viene fondato l’Asilo d’infanzia;
-Sia l’Asilo d’Infanzia che le scuole Elementari del Centro ( e di
Pietrafitta e delle altre contrade – Frattaroli, Tellini/Tiani) non
hanno avuto a lungo una sede propria ma erano ospitate in locali non
idonei allo scopo;
-L’idea
di costruire un edificio scolastico germino’ fra i nostri emigrati in
USA dopo la felice realizzazione del monumento ai Caduti (quello che e`
ora al Colle ed un tempo era alla Piazza Antonio Fanoni).
-Animatori dell’impresa di dotare Settefrati di un edificio scolastico
furono in primis il Maestro Giuseppe Terenzio, coadiuvato
dall’Arciprete Don Crescenzo Marsella a Settefrati; gli emigrati si
organizzarono in un Comitato ad hoc presieduto da Marcello Mezzullo, e
fra le associazioni che collaborarono spicca L’Associazione Cap A.
Venturini (un nostro caduto della I Guerra Mondiale);
-La raccolta fondi ando’ bene, ci fu una vera gara di generosita’, e
l’opera si erse a testimoniare che i legami fra i settefratesi emigrati
e quelli residenti nel paese erano legami forti, concreti, questi si’,
indistruttibili.
-Nel contesto dei rapporti emigrati-residenti degno di menzione e’ la
donazione del Campanile al Comune di Settefrati del Dott. Antonio Fanoni,
medico Settefratese che a New York aveva avuto molto successo; il
campanile venne inaugurato nel 1925. Si narra che l’idea di costruire un
edificio scolastico ebbe l’obiezione di chi a Settefrati ed in USA
pensava che fossero piu’ urgenti le fognature; la scelta finale fu per
l’edificio ma le fognature vennero costrute per mano pubblica.
-L’asilo ebbe un destino ingrato: una bomba sganciata da un aereo lo
distrusse; una seconda bomba cadde a Piazza Pasquale Venturini,
uccidendo
Filomena Vitti, un’anziana settefratese; una terza cadde poco prima
della Sbota uccidendo una giovane donna, Emilia Corona e la
figlioletta,
-Dopo la Guerra l’edificio e’ stato ricostrutito con finanziamenti
pubblici ed adibito al suo scopo nel 1956-57;
-Il progressivo spopolarsi del paese – fortissima l’emorragia degli
anni 50 ed inizio ’60 – ha reso poco utilizzato il bell’edificio
scolastico, pensato per l’Asilo, le scuole Elementari e l’abitazione
delle monache; da cinque classi per le elementari piu' l’asilo si posso’
gradatamente a tre poi a due classi finche` si dovettero unire le scuole
di Settefrati Centro e di Pietrafitta, essendo quelle di Frattaroli e di
Tellini/Tiani le prime ad essere state chiuse, sempre per mancanza di
bambini per via dell’emigrazione;
-Dal punto di vista amministrativo l’Asilo ebbe l’assetto che gli fu
dato da un Regio Decreto – 7 settembre 1928 - che gli riconosceva lo
status di Ente Morale, approvandone lo Statuto che descriveva
minuziosamente scopi, strutture amministrative e di controllo dell’Ente,
chiamando a partecipare all’amministrazione rappresentanti degli
Emigrati.
-L’Asilo ha retto fin quando nell’amminstrazione pubblica italiana si e’
fatta strada l’idea che vi fossero troppi Enti inutili: inutili non
sappiamo se del tutto, troppi siamo decisamente d’accordo.
- Al momento sembra in maturazione l’idea di sciogliere definitivamente
l’Ente Morale assegnando a chi ne avra` maggior titolo il patrimonio, che
e` di un certo rilievo.
Un breve commento, spero non
retorico, spero non polemico, spero rispettosissimo di tutti.
-L’Asilo – intendo l’edificio - e` un atto d’amore dei settefratesi
d’America per il proprio paese atto d’amore che si concretizzo’ per il
forte volere del Maestro Terenzio e per la generosita’ dei nostri
emigrati.
-E` oggi doloroso vedere una bella opera vuota, inutilizzata ed
inutilizzabile secondo i desideri dei donatori, inutilizzabile per un
motivo molto doloroso, dolorosissimo: non ci sono piu’ bambini a
sufficienza, ne nascono pochissimi perche` non ci sono piu i papa`, non
ci sono piu’ le mamme, ci sono troppo pochi abitanti, in Centro in
inverno solo
circa 2oo persone, terribile.
-Tentativi spuri di fare dell’Asilo un ospizio per vecchi non sono mai
andati in porto, per motivi vari, soprattutto per mancanza di
determinazione, per la solita mancanza di determinazione.
-Siamo allo stallo, ad un punto morto, ma l’Asilo e` ancora li’ a
ricordarci che quando i Settefratesi vogliono riescono a fare; e` ancora
giusto ricordare un’altra grande raccolta di Emigrati USA a favore del
paese, parlo del restauro di Santo Stefano, la seconda grande raccolta.
Ma credo di dover esprimere un commento di respiro piu’ ampio, invitando
tutti i lettori di questo sito ad esprimere un proprio parere. Dal 1892
ad Ellis Island si registrano gli arrivi di emigranti da tutto il mondo;
date le dimensioni del paese i settefratesi che misero piede all’isola
furono valanga; il paese si spopola; nella Prima Guerra Mondiale altra e
piu’ dolorosa emorragia, la curva demografica continuava a scendere
inesorabilmente. Perche`? Possiamo pensare quello che vogliamo
dell’emigrazione, ma un popolo che si muove in massa lo fa perche’ non
puo’ restare nella sua terra, sostanzialmente perche’ oggetto di una
qualche forma di violenza: nel nostro caso la violenza si chiamava
miseria. Possiamo dire, soprattutto per l’intensita’ dell’emigrazione
che a Settefrati si stava evidentemente male, molto male, dal punto di
vista economico, se la valanga migratoria si scateno’ inarrestabile (il
fascismo che fra l’altro in soli venti anni non poteva ridisegnare tutto,
e, non sia visto come un giudizio positivo sul regime, il suo pensare
all’Africa come valvola di sfogo dava un po’ per sontato che in patria
le difficolta` economiche erano molto gravi). La
nostra storia recente sarebbe un vacuo blaterare se non ci
convincessimo che nel nostro peraltro splendido paese l’economia era
debole, mortalmente debole. Se il facismo non avesse ingessato un corpo
che continuava a marcire, o, fuor di metafora, se nel ventennio fosse
stato possible emigrare quanta gente lo avrebbe fatto? Non inganniamo
noi stessi : i piu’ se ne sarebbero andati in America, in quell’America
che nell’immaginario popolare era terra di liberta’, soprattutto di
liberta` economica, certezza di mangiare, per se’ e per i figli. Quello
che non successe nel ventennio .. successe, inevitabilmente!!!, nel
decennio successivo : spopolamento, vicoli semivuoti, pochi bambini,
pochi operai, anche pochi vecchi (sebbeme questi ultimi in percentuale
sempre maggiore sul tutto). Il flusso migratorio e` ora minore, non
tanto perche’ sono stati risolti i problemi quanto perche`, a furia di
perdite, dentro il secchio e` rimasto molto poco. Quanto ho detto
e’ molto triste…. Tentiamo una sintesi: a meno che…. Settefrati e`
e restera’ terra di emigrazione. Perche` non ci sono posti di lavoro, per
gli operai, per gli impiegati, per i professionisti, per i commercianti…
La malattia di Settefrati si chiama : mancanza di posti di lavoro, non
ha altre malattie il nostro adorato paese. La malattia non nasce dopo
l’Asilo, ne’ l’Asilo poteva guarirla, ma, in un certo senso, la
malattia poteva uccidere l’Asilo: difatti la mancanza di posti di
lavoro ha reso inutile l'Asilo, opera che si e` rivelata in contrasto
con la realta` demografica del tempo e soprattutto con le ragionevoli,
non impossibili
previsioni possibili circa l'evolvere della situazione demografica. L’Asilo non poteva aiutare Settefrati e
di fatto non ha potuto aiutarlo. Se questa tentata diagnosi e`
condivisibile, e` un po' fondata, avremmo tutti dovuto scervellarci da piu’ di
centoventi per portare opportunita’ di lavoro in paese. Ed inveve, e
questo e` veramente terribile, ancora non si accende un minimo di
dibattito su cosa fare, anche per il futuro non prossimo, per i decenni
avvenire.
Una terza raccolta ?
Pur senza averne titolo oso rivolgermi a tutti i Settefratesi: e chiedo
e mi chiedo cosa
manca a noi per fare un po’ di agricoltura biologica, cosa manca a noi
per attrarre qualcosa del settore industria, per esempio qualcosina
dell’indotto Fiat, cosa manca a noi per qualche insediamento nel
terziario (le telecomunicazioni stanno ridisegnando la geografia del
mondo…). Cosa manca… cosa manca… manca la cultura di impresa, manca la conoscenza di tecniche
organizzative e produttive, manca una seria, ripeto seria, presa di
coscienza della malattia, della sua corretta diagnosi e di una credibile
ipotesi di terapia. Istituiamo delle borse di studio
(scholarships); mandiamo dei giovani a fare degli stages in Emilia
Romagna, che si scrollino di dosso ogni timore reverenziale, che si
mettano avanti a servizio della comunita` per fare cooperative serie (che non nascano solo per
spillare soldi allo Stato…) . Facciamoci insegnare da chi lo sa’ sul
serio come e` stato possible che tanti paese di montagna stiano benino o
bene o, a volte, benissino. La “Colonia” dopo le due grandi raccolte (Asilo
e Santo Stefano) potrebbe finanziare una terza grande raccolta : degli
stages di studenti nostri, o come finanziare comunque l’acquisizione di conoscenze
specifiche sul come avviare attivita' di agricoltura biologica o di
zootecnia di nicchia, o come si potrebbe portare dei nostri giovani ad avviare a
Settefrati un processo economico alfine liberatorio? La “Colonia”
potrebbe tutto cio'? Certissimamente SI. Probabilmente avrebbe dovuto
gia’ farlo ai tempi dell’Asilo quando era evidente che eravamo
virtualmente alla fine del paese per mancanza di materia prima – la
gente – per mancanza di mezzi per vivere – il lavoro - . Sicuramente
gia’ ai tempi dell’Asilo era piu’ necessaria l’iniziativa in campo
economico che nel campo l’edilizia scolastica, o per lo meno era altrettanto
necessaria. A ben pensarci l'idea di rendere possibile ai nostri
giovani l'acquisizione di conoscenze utili, per il paese e
per se` stessi, non e` forse il sogno del Maestro Terenzio e degli
emigrati e dei residenti? Non e` forse il sempre valido discorso che il
bene di un popolo richiede istruzione, richiede sapere?
av 19 gennaio 2010
PS Riguardo ai futuri destini dell'Asilo voglio solo dire che i
Settefratesi in patria e all'estero hanno un ricordo rispettosissimo del
Maestro Terenzio, quasi una venerazione, e che essi non hanno mai
permesso abusi sulla sua donazione, ne' mai lo permetteranno, da
chicchessia. Ma se le monache se ne sono andate e se nascono troppi
pochi bambini, se il paese e` stato devastato dall'emigrazione, non e` colpa certo dei custodi attuali dell'Ente ne'
di quelli passati e nemmeno dei settefratesi di oggi o di ieri.
av 19 gennaio 2010
31 Dicembre 2009. Fra qualche giorno
pubblicheremo, con edeguati commenti ed in un formato piu
definitivo, la versione integrale del "Rendiconto finale
relativo all'erezione dell'edificio scolastico in Settefrati
(Centro) ", pubblicato nel 1934 dall'Ente "Asilo Colonia
Americana", che ora proponiamo in pdf. Il documento ci e` stato
fornito da Domenico Vitti cui va il nostro sentito grazie, non
solo per aver messo a disposizione il documento, ma anche
per essere sempre stato un riferimento attento e sollecito delle vicende
dell'Ente "Asilo Colonia Americana", per decenni. Ritenendo che
la realizzazione dell'Edificio Scolastico, reso possibile dalle
donazioni generosissime degli emigrati e dalla donazione del
benemerito M.o Giuseppe Terenzio, sia una pagina molto
importante della storia di Settefrati, della storia della
colonia americana e della storia delle relazioni fra Settefrati
ed i suoi emigrati, vorremmo studiare bene il rendiconto della
costruzione dell'edificio, per
capire meglio tutta la vicenda, e per poter averne un insegnamento
per l'oggi e per il domani. La costruzione dell'edificio
scolastico fu certissimamente un puro atto d'amore. L'atto
d'amore di una comunita' che era ben conscia che le speranze del
popolo settefratese passassero anche, ed allora
soprattutto, per buone scuole, a cio' sensibilizzata, oltre che
dalle esperienze in patria, anche da quanto aveva trovato in
America, nonche` dall'insegnamento dell'indimenticato M.o Giuseppe Terenzio. Come
detto ne riparleremo piu' diffusamente, auspicando
contributi e riflessioni da parte di tutti. Per ora il documento
in versione pdf, e, curiosita' o poco piu', una deliberazione di
una loggia massonica settefratese che contribui' alla
realizzazione dell'asilo.
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