Prof Gaetano Venturini - 1912 , 1963 - Note biografiche Versione inglese pubblicata l'8 giugno 2011 |
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Ricevo da Aldo Venturini una breve biografia del padre, professor Gaetano Venturini, morto nel 1963 all'eta di soli 51 anni. La biografia mi giunge con una lettera di presentazione che pubblico integralmente, perche` contiene toccanti riflessioni sul nostro sentirci in dovere di salvare le memorie dall'oblio, per consegnarle a coloro che ci seguiranno. Aldo cita Enea che si carica sulle spalle Anchise, una citazione cosi' naturale nel membro di una famiglia che ha sempre amato gli studi classici. E` vero caro Aldo, sentiamo il desiderio di radunare i gioielli in uno scrigno, come dici tu, in uno strano scrigno questa volta, dove, per il fatto che tutti sono liberi di mettere le mani, nessuno potra` usare violenza, nessuno potra` nascondere, nessuno potra` rubare perche` tutto e` dato gratis....... ma questo nostro e non solo nostro desiderio di salvare - Renato ed altri - e` un segno di ripresa o annuncia tempi tristi? Solo Dio lo sa. Noi, obbedienti ad un richiamo profondo al quale non si puo' dir di no, continuiamo a servire la nostra cultura, la nostra gente, la nostra terra, ricordando ai giovani tutto cio' che e` degno di essere ricordato, ed in questa pagina ricordando il professor Gaetano Venturini. AVxxx |
Caro Antonio, t’invio una breve biografia di mio padre. Tra qualche anno ricorre il centenario della sua nascita. Mi è sembrato doveroso ricordarlo. Sarà, forse, che in queste lunghe sere invernali, mi è tornato in mente Enea che si carica sulle spalle il vecchio padre Anchise per portarlo in salvo, lontano da una città di Troia devastata. Mi sono sentito un po’ Enea anch’io, sottraendo la memoria di mio padre dall’oblio e dal disinteresse dei nostri figli. E’ un problema di radici, un mix meraviglioso di fede, cromosomi, tradizioni che sono il tessuto connettivo dei nostri giorni. E’ una bulimia di amore soprattutto per le cose che sono e stanno per scomparire. E’ lo stesso sentimento che muove anche te e l’amico Renato Tamburrini: questa voglia di mettere, come gioielli preziosi nello scrigno della memoria, lontano dagli insulti e dall’oblio del tempo, una tradizione, un vocabolo dialettale, un ricordo. Un abbraccio, Aldo |
Gaetano Venturini (1912-1963)
Note biografiche in italiano ed in inglese dal figlio Aldo Venturini
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Nato nel 1912 dal giudice Pasquale (1873-1918) e da Maria Clotilde Cardelli (1877-1926), Gaetano Venturini ebbe una vita costellata di lutti e di lotte. A soli sei anni orfano di padre, a quattordici anche di madre, stordì la sua solitudine tuffandosi proficuamente nello studio. A ventidue anni, col massimo dei voti, conseguì la laurea in Lettere antiche presso l’Università di Napoli con una tesi sui poemi conviviali del Pascoli. Insegnò italiano e latino nei licei classici più prestigiosi della provincia: da quello di Montecassino al Tulliano di Arpino, dal liceo classico di Veroli al liceo Carducci di Cassino. Scrisse molti articoli pubblicati su giornali importanti, quali Il Corriere della Sera, il Mattino, il Giornale d’Italia, l’Osservatore Romano, il Messaggero e il Tempo. I più significativi furono raccolti nel suo libro intitolato: “ Terra mia, tra Benedetto e Maria: I giorni del gelo, del sole e della Sagra”. Diversi, poi, furono i saggi scritti, da ricordare quello dal titolo “Il Destino Imperiale di Roma”, nonché i saggi sul dramma di Mastro Don Gesualdo e sul Foscolo. Scrisse anche un romanzo autobiografico dal titolo:”Gott Mitt Uns”, in cui racconta la sua lotta civile per la democrazia durante il periodo fascista. Rappresentante del Partito d’Azione, fu ferito ed arrestato il 26 Luglio 1943 per opera degli avversari locali. Denunciato ai tedeschi, fu da questi deportato a L’Aquila nel carcere di Collemaggio, dove riuscì miracolosamente a salvarsi dalla fucilazione per l’arrivo degli alleati. Nel 1948 sposò Flora Musilli, e dal matrimonio nacquero 3 figli, Aldo, Lorenzo e Rosamaria. Dopo la guerra iniziò, per Settefrati e l’Italia tutta, la stagione della speranza e della illusione. Nel frattempo un altro grande lutto lo colpì: la morte del fratello quarantacinquenne Aniceto, presidente di Corte d’Appello ad Urbino. Dopo la stagione della speranza seguì la stagione dell’amarezza e della delusione. In una lettera indirizzata all’amico Giuseppe Pellicci, insegnante emigrato in America, un anno prima della morte, tra l’altro, scriveva:”Le nostre sofferenze di guerra sono state invano. Sui marmi della nuova Settefrati c’è il vuoto morale, la discordia, il malessere. Non gli uomini, ma la Madonna compirà il miracolo della rinascita morale e materiale di Settefrati e della sua valle”. Morì di infarto, a soli 51 anni, in una fredda giornata di sole nel dicembre del 1963.
Aldo Venturini 11 marzo 2009
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Born in 1912, son of the judge Pasquale Venturini (1873-1918) and Maria Clotilde Cardelli (1877-1926), Gaetano Venturini ’s life was full of deaths and struggles. His dad died at the age of six, and his mother at the age of fourteen, so he threw himself with his loneliness in studies. When he was twenty-two years old, with great results he got his degree in Literature at the University of Naples, doing a thesis on the convivial poems of Pascoli. He taught Italian and Latin in the most outstanding schools of the province, from Montecassino to Tulliano of Arpino, from Veroli to Cassino. He wrote many articles for important newspapers, such as Corriere della Sera, il Mattino, il Giornale d’Italia, l’Osservatore Romano, Il Messaggero, Il Tempo. The most important articles came out in one of his books: ‘Terra mia, tra Benedetto e Maria: ‘i giorni del Gelo, del Sole e della Sagra’. He wrote many essays. We can remember ‘Il Destino Imperiale di Roma’ and the essays based on the drama of ‘Mastro Don Gesualdo and Foscolo. He also wrote an autobiographic novel entitled: ‘Gott Mitt Uns’, where he talks about the civil struggles for democracy during the fascist period. As he was part of the ‘Partito d’Azione’, he was wounded and arrested on the 26 July 1943 by the local enemies. Denounced by the Germans, he was deported to L’Aquila in the prison of Collemaggio, where he succeeded in saving himself from being gunned due the coming of the allies. In 1948 he married Flora Musilli, he had 3 babies, Aldo, Lorenzo and Rosamaria. After the war, a period of hope and illusion began for Settefrati and for the whole Italy. Meanwhile, he was struck by another death, his forty-five years old brother Aniceto, president of the Corte d’Appello of Urbino. After a period of hope, a bitter and depressing period began. One year before his death, he wrote a letter to his friend teacher Giuseppe Pellicci in America, he wrote: ‘we have suffered the war without reason, Settefrati is full of dissatisfaction, empty morals and dissension. Not man, but Mother Mary will bring moral and material rebirth back by miracle’. He died of a heart disease at the age of fifty-one in a cold day of December 1963.
Aldo Venturini 8 giuno 2011 |