Alcuni studiosi
affermano che il nome “campana” trae origine dalla Regione
campana dove agli inizi della Cristianità fu costruita.Secondo una
leggenda, infatti, la campana con batocchio interno sarebbe una
invenzione italiana. Venne introdotta
da San Paolino, vescovo di Nola, nel quinto secolo dopo Cristo.Ma
furono i monaci Benedettini verso l’ottavo, nono secolo ad
introdurre le campane in bronzo in moltissime chiese cristiane.Le
campane furono fuse “in loco” prima dagli stessi monaci, poi da
famiglie di fonditori che si tramandavano il mestiere da padre in
figlio, come quella dei Marinelli di Agnone che agli inizi del
Novecento vennero nel nostro paese a fondere le campane.
La
campana più antica della valle di Comino si trova nella nostra
chiesa di Santa Maria della Tribuna al Colle. Essa porta la data del
1323.
La seconda, in antichità, si trova nella chiesa di San Giovanni di
Alvito. Essa reca la data del 1355. Oggi il suono delle campane è
ristretto alla liturgia ecclesiastica ed è finalizzato a chiamare a
raccolta i fedeli per le sacre funzioni. L’uso delle campane si può
suddividere in occasionale, periodico e giornaliero. Il classico
utilizzo occasionale avviene durante i funerali quando la salma
viene portata in chiesa ed al camposanto. Il campanone, in tutta
la sua solitaria potenza, suscita dentro una profonda sensazione di
mestizia. Nel periodo, poi, tra fine primavera e l’inizio
dell’estate, quando il cielo si addensava di nubi nere foriere di
grandine e temporali, alcuni contadini davano manforte a suonare a
distesa la campana della Tribuna, nella speranza che le vibrazioni
sonore potessero spezzare le nubi allontanandole e quindi di salvare
i raccolti. In un particolare periodo dell’anno si poteva
ascoltare la campana della Madonna delle Grazie. Durante il mese
dei morti, soprattutto nella notte tra il primo ed il due novembre,
poco prima dell’alba suonava a distesa per richiamare i fedeli alla
partecipazione della messa in suffragio dei Defunti. Il luogo e
l’ora erano suggestivi. La messa veniva celebrata nell’antica
chiesa-sacrario della Madonna delle Grazie nei cui sotterranei sono
sepolti centinaia di migliaia di Settefratesi di tutti i tempi e
l’elevazione dell’ostia consacrata avveniva quando il primo chiarore
sonnolento dell’alba faceva capolino dai finestroni della chiesa.
Magico rito in bilico tra la resurrezione e l’eternità.
Come non ricordare il suono delle campane per le novene. Soprattutto
il suono di quella della chiesa di Santa Felicita che ci sorprendeva
sull’aia a tuffarci nei cumuli di pula lasciata dalle trebbie
ansimanti della nostra giovinezza. E quei Venerdì Santi di
Quaresima, quando si attaccavano le campane, osservando un rigoroso
silenzio per la Passione e la Morte del Cristo. Per richiamare in
chiesa i fedeli, giravamo, bambini, correndo a perdifiato tra i
vicoli del paese suonando la “raganella”e la” battola”, una
tavoletta di legno sulla quale erano attaccate delle maniglie in
ferro.
Allo scuotimento, queste battevano facendo un rumore sordo che si
mescolava alle nostre grida. Ma l’uso giornaliero del suono delle
campane risale al Medioevo e serviva per scandire i tempi della
preghiera e del lavoro sui campi e nei monasteri. A mezzogiorno
suonava e suona la campana secondo le disposizioni di San Pio V. Il
7 ottobre 1571, infatti, la flotta cristiana guidata dagli ammiragli
Don Giovanni d’Austria e da Marcantonio Colonna affrontarono in una
memorabile battaglia nel mare di Lepanto la flotta turca guidata
dall’ammiraglio musulmano Mehemet Alì Pascià. I cristiani, dopo
cinque ore di
battaglia, ebbero la meglio e la flotta turca fu
dispersa. L’Occidente, con la sua Civiltà Cristiana, era salvo. In
quello stesso giorno , Papa Pio V, mentre era intento nella recita
del rosario, ebbe una visione in cui i Cristiani avevano vinto sui
Turchi. In ricordo di ciò, il Papa dispose che ogni chiesa suonasse
le campane al mattino, mezzogiorno e alla sera per ricordare la
vittoria dei cristiani sui musulmani e stabilì, inoltre, che il 7
ottobre diventasse un giorno festivo consacrato a Santa Maria delle
Vittorie sull’Islam.
Settefrati, 19 febbraio 2010
Primo venerdì di Quaresima
Aldo Venturini
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