All’improvviso una musica primitiva risuona nell’azzurra aria
pomeridiana: è il lamento di una fisarmonica accompagnata da acute
voci di donne che un po’ cantano ed un po’ strillano qualche strofa.
Mi sembra di vivere quella magica atmosfera descritta dallo
scrittore inglese D.H. Lawrence (1885 – 1930 ) nel suo
romanzo,ambientato a Picinisco,”La ragazza perduta” (1920).
Scendo subito dalla pianta d’ulivo che sto potando e dopo aver
richiamato,con insistenza,la mia cagnetta Margot alle prese con uno
scoiattolo che gioca a nascondino fra le piante,mi avvio verso
Pietrafitta dove il gruppo composto da James , Antonia, Lucia,
Gilda e Lina sta cantando il canto della Palma.
E’ una tradizione molto antica.
Un gruppo di cantori, la Domenica delle Palme, percorre i vicoli del
paese fermandosi di casa in casa e invitando i presenti a superare i
motivi di astio e di rancore con il Prossimo e a far la pace
offrendo loro una palma benedetta.
Terminato il canto, i padroni di casa ospitano il gruppo canoro
offrendo loro dolci, piccoli doni e un po’ di vino.
E’ un rito unico ed originale che affonda le radici in un
cristianesimo diffuso e, soprattutto, vissuto nei piccoli,
grandi gesti quotidiani.
C’e stato, infatti, un tempo in cui non necessitava essere eroi per
vivere da cattolici, fieri di amare, servire e riverire Gesù, il Re
dei re e Maria Regina del cielo e della terra.
Settefrati, aprile 2012 - Settimana Santa .
Aldo Venturini
Il Canto della Palma
(alcune strofe)
Quando Gesù voleva partire,
la Sua Madre si mise a parlare
dicendo caro Figlio dove vai ?
ca li giudei ti vogliono sfracellare (flagellare).
O chi mi vuole sfracellare che
mi sfracellino
Che io pure la pazienza ho.
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A questa casa gli angeli ci cantano,
ci benedice Dio la palma santa.
Ecco la palma se vuoi far la pace.
Noi ce ne andiamo e Voi restate in pace,
restate col bel nome di Maria, Gesù e Maria.
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17 aprile 2012
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