SETTEFRATI,  VALLE DI CANNETO:

LO SCEMPIO DI CAPODACQUA

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Home Qui a Capodacqua, 52 anni fa c’era una grande sorgente. Ora non c’è più “Sora Acqua” di francescana memoria, vi troneggia, indisponente, “fratellastro progresso” che ha oltraggiato e distrutto, vomitando cemento nel cuore della nostra terra. Nel largario antistante la grande roccia, 1300 anni fa una fanciulla di nome Silvana pascolava il suo gregge.

Le apparve la Madonna, splendente di luce e la invitò a recarsi presso l’Arciprete di Settefrati per dirgli che in quel luogo avrebbe dovuto far costruire una chiesa in Suo onore.

Ma la fanciulla rispose che non poteva abbandonare il gregge in quanto lo doveva portare giù al piano per abbeverarlo.

‘All’acqua ci penso io’, rispose la Vergine e toccando la rupe con le sue dita, sgorgò da essa una sorgente d’acqua.

Mille anni dopo, il miracolo si è ripetuto a Lourdes, a Fatima, milleduecento anni dopo a Medjugorje e a Gallinaro, alla giovane fanciulla Giuseppina Norcia.

Ma nella primavera del 1958, questo luogo fu devastato.

Politici e Dirigenti dell’Acquedotto degli Aurunci fecero trivellare, forsennatamente, questo terreno, vomitando cemento per costruire una palificazione sotterranea in modo da imbrigliare la sorgente stessa e convogliare così tutta l’acqua nelle condutture dell’acquedotto.

Il tutto in barba ai vincoli paesaggistici che vincolavano la zona, nel cuore di un Parco Nazionale, con il permesso e la connivenza degli Amministratori dell’epoca, complici di tanta devastazione.

Durante la trivellazione vennero alla luce degli oggetti votivi, un busto di statua,delle monete, dei pezzi di cornicione  elaborati.

Tutte prove dell’esistenza, a pochi metri dalla superficie di un tempio dedicato alla dea Mefiti.

Ma tutto il materiale sparì.

I predoni del luogo tacquero, arraffando i preziosi resti affiorati.

Una domanda sorge spontanea: la Soprintendenza dov’era? Dov’e’ ?

 

24 Gennaio 2010

San Francesco di Sales

Aldo Venturini