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Grazie Aldo- 17 Gennaio 2010 |
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In località Acquasanta,
presso Pietrafitta, in comune di Settefrati, appena la vedi, il cuore
sobbalza come in una Polacca di Chopin.
E’ la Cappellina di Santa
Felicita, unica in tutta la Diocesi.
Si presenta a pianta
quadrangolare con volta a botte.
All’interno, sulla parete
di fondo, c’è un piccolo altare sormontato da un quadro raffigurante la
Santa, circondata dai sette figli, che impugna la palma simbolo del
martirio subìto attorno al 150 dopo Cristo .
Al centro del pavimento,
si apre un tombino che permette di vedere una polla d’acqua sorgiva.
Ecco,dunque, dove si
riscontra l’unicità e la sacralità di una Cappellina costruita su di una
sorgente.
L’acqua ribollente si
riversa, attraverso tre bocchette, nella vasca in pietra che divide la
cappellina dal piazzale antistante.
La sorgente per le sue
qualità terapeutiche viene chiamata ‘Acqua Santa’. Ne hanno parlato gli
storici alvitani Giulio Prudentio nel 1574 e Giovanni Paolo Castrucci
nel 1633 scrivendo che sul luogo accorreva gente da tutta la contea di
Alvito e dai paesi limitrofi. Venivano con i loro
figlioletti, soprattutto i più gracili. Dentro un canestro li
immergevano nudi nella vasca, tre volte. E il Prudentio conclude
<< et più mirabile cosa che i figliolini dopo pochi giorni si vedono
robusti e coloriti e con appetito naturale>>.
Lo storico Don Dionigi
Antonelli ha raccolto nel suo libro ‘Settefrati nel Medioevo di Val
Comino’ due testimonianze orali attestanti, ancora nel secolo scorso, la
pratica dell’immersione di bambini nella vasca.
La prima testimonianza è
stata fatta da padre Marcellino passionista di Sora, al secolo Cesidio
di Benedetto nativo di Campoli Appennino.
La seconda è stata
rilasciata dalla sig.ra Antonietta Nizzardo, Nenetta, la mia
indimenticabile nutrice, che insieme ai suoi fratelli fu immersa dai
suoi genitori nell’Acquasanta.
La Cappellina è meta,
ancora oggi, di pellegrinaggi.
Il 10 agosto, di ogni
anno, da parte di compagnie di Scanno(Aquila), Pettorano(Aquila) e di
Terelle(Frosinone) in viaggio verso il Santuario di San Gerardo, sono
soliti soffermarsi presso la Cappellina con il triplice scopo di pregare
la Santa, di mangiare e rinfrescarsi e non ultimo, di farsi ‘commare e
compare’.
Il rito di comparatico
consiste, come attesta lo storico Eugenio Maria Beranguer << nello
stringere , incrociandoli, i mignoli, nello spruzzare l’acqua santa
sopra le mani e nel recitare tre Padre Nostro, tre Credo e tre Gloria
al Padre.
Al termine di ogni
preghiera, la persona che ha proposto il comparatico traccia il segno di
croce sulla palma della mano destra dell’altro, mentre alla fine del
rito si ripete insieme << Santa Felicita, prega per noi; Santa Felicita,
accompagna noi; Santa Felicita, cammina con noi>>.
Solo allora si è
ufficialmente compare e comare. E’ un impegno di amicizia
che dura tutta la vita, un’usanza che si praticava anche a Canneto fra i
pellegrini lungo le rive del Melfa.
Dopo questa sosta, i
pellegrini ripartono alla volta del Santuario di San Gerardo, dove
vengono ricevuti, con grandi accoglienze, dalle Autorità e dalla
popolazione di Gallinaro. Ma la festa liturgica di
Santa Felicita cade il 10 luglio. Con una scaletta di
legno, calata come ponte elevatoio, il sacerdote accede alla cappellina
e dice messa.Alcuni anziani assistono
alla liturgia. Torna alla mente Domenico
Colarossi, che, insieme ad alcuni compaesani, provvedeva alla
manutenzione della struttura.
Era sempre lui che andava
incontro ai pellegrini poco prima della chiesetta e procedeva allo
scambio di piccoli doni.
Il Priore degli Scannesi,
recante nella mano sinistra il classico ‘bastone di San Gerardo’,
porgeva biscotti e dolci e il nostro Domenico una cesta di “lécene”,
saporite e profumate susine. Erano piccoli, grandi
gesti di un rito millenario da parte degli ultimi custodi di questa
meravigliosa tradizione. Ma un gruppo di passeri
chiassosi irrompe sul piazzale con i loro battibecchi di corteggiamento
e ci riporta alla realtà. Poco più in là, le
macchine sfrecciano veloci lungo la superstrada.
Purtroppo, i nuovi
anoressici spirituali del duemila non hanno più voglia né tempo per
recitare una preghiera e per ascoltare il crepitio dei lumini accesi su
di un altare spettinato dal vento.
Settefrati 14 gennaio
2010
Festa di San Felice
martire
Aldo Venturini
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