La
professoressa Maria Cedrone ha scritto un
libro dal titolo::
Alberico da Settefrati e la sua
Visione predantesca
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I l
volume di 202 pagine e` stato realizzato nell’ambito
delle attivita` previste dal Programma Leader Plus – Regione Lazio ed Unione
Europea : “Strumenti di promozione del territorio del Gal Versante Laziale del
Parco Nazionale d’Abruzzo”.
I nostri complimenti, la nostra gratitudine e i
nostri auguri alla professoressa Maria Cedrone, gentile consorte dell'ing
Antonio Mazzenga, Assessore Comunale ed ex Sindaco di Settefrati.
Una breve presentazione : il libro , oltre un saluto
del Sindaco di Settefrati ing. Malizia ed una presentazione del Presidente del
Gal si articola in due parti :
Parte I; Capitoli dedicati alla biografia di Frate
Alberico, al dibattito dei critici sulla Visione , al contesto storico
dell’epoca di Alberico, alla descrizione dell’ambiente sociale e giuridico, ad
una presentazione-commento di alcuni fra i piu’ importanti capitoli della
Visio Alberici.
Parte II: Descrizione della Chiesa della Madonna
delle Grazie ed immagini della stessa; testo latino con traduzione a fronte
della Visione; scritti su Alberico degli studiosi Avigliano, Carcione e Ioli.
Bibliografia.
Inv ito
i lettori del sito a leggere il bel libro della Cedrone, che e` esauriente e di
agevole lettura, certamente perche` l’autrice conosce ed ama la materia che
tratta ma anche perche` Ella possiede il linguaggio chiaro della didattica,
insieme comprensibile e rispettoso della storia, con giudizi sempre cauti ed
equilibrati, mai forzati, mai affrettati. Non mi inoltro nel merito del
contenuto del libro, per due validi motivi: perche` non saprei dire nulla di
valido nello specifico e per non rischiare di attenuare il desiderio di
leggere il libro stesso, desiderio che, al contrario, se potessi vorrei invece accendere.
Ragioni per cui dico solo : buona lettura. Ma intendo dire
invece..............
"E tanta grazia sopra me rilusse/ ch’io
sottrassi le ville circostanti/ dall’empio culto che il mondo sedusse”
. E`
Benedetto che nella Commedia, e stavolta senza dubbi, a dirci che Egli ha
evangelizzato i nostri paesi. Ed ecco quindi Canneto, Benedettina e La
Chiesa Delle Grazie Benedettina, e Alberico, Benedettino, ed alla fine mi
sento anch’io un po’ aspirante Benedettino, ovviamente l’ultimo
Benedettino, ma Benedettino. “Lo nome di Colui che in terra addusse / la
Verita` che tanto ci sublima” l’ho anch’io, l’ultimo dei Benedettini,
l’ho misticamente appreso, il Nome, dal Santo Padre Benedetto. E
Maria scolpita nel tiglio da un monaco Benedettino. E Santa Maria
delle Grazie, scrigno dei tesori spirituali del mio paese. Ed Alberico:
non quello degli irresolvibili problemi legati ai rapporti
Visione-Commedia : quello che mi fece felice quando seppi che Egli, un
Settefratese Benedettino, con la sua Visione aveva dato un contributo alla definizione
della Teologia del Purgatorio, il che mi parve una vera buona novella. E
l’affresco del giudizio universale del nartece delle Grazie: l’Inferno che
si dissolve per profetiche ingiurie del tempo e fra le foglie secche
delle vicine querce. Le Grazie: anni di solitudine interrotti dagli
annuali trionfi di luce del Ritorno nella Gloria della Gran Madre di Dio
che reca in braccio, Bambina e Regina, il Dio del Perdono. Il Perdono
evocato dal finalmente e totalmente mio Alberico che muove di un qualcosa
l’anima umana verso il Purgatorio , il nostro vero luogo, la Massima
Patria sperabile.
Ecco le mie preci, i miei sentimenti
Benedettini, richiamati d'ora in poi anche dal libro di una amica, un libro che entra di
diritto nel deposito dei cimeli dell'anima. Benedetto, Maria,
Silvana, Alberico e la sua Visione, il Purgatorio, ed il compendio di
tutto cio`: i silenzi delle Grazie ed i trionfi annuali dei Ritorni di
Gloria.
14
giugno 2006
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