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  Il contratto.

 

 

Era il 18 agosto , di tanti anni fa, il giorno della processione da Settefrati a Canneto , che si svolgeva e ancora si svolge in forma molto solenne dalla chiesa centrale al cimitero ed in forma piu' dimessa dal cimitero in poi ( 10 km, a piedi all'epoca dei nostri fatti) . Nella prima parte della processione vi era la partecipazione di tutto il paese con la confraternita e la banda. Per via delle due ore di cammino che occorrevano per arrivare a Canneto si cercava di far partire la processione il piu' presto possibile  (per una processione diciamo alle sette) per evitare il sole piu' cocente, ma, far arrivare per tempo la banda era era sempre stato un  problema un pochino (o, come qualcuno preferisce, un "attimino") rognoso . Diverse volte era successo che la banda tardasse troppo ad arrivare e che alla fine la processione dovesse farne a meno, tant'e' che nei contratti  venne aggiunta una clausola forte che, addirittura!, prevedeva una penale e la rescissione del contratto stesso in caso di ritardo di oltre un'ora: era il massimo possibile, e servi' solo a tranquillizzare gli  ingenui. Successe ovviamente ancora una volta che, aspetta, aspetta, la banda non arrivava  e la processione dovette partire senza, un fatto molto sgradevole. Al ritorno dal cimitero, dove i piu' si fermavano e tornavano indietro, sorrisini di quelli della parte avversa (......organizzatori dilettanti, incapaci), volti scuri quelli dei "responsabili" che proferivano minacce terribili verso gli inadempienti, minacce di violenza fisica, altro che contratto ... La banda nel frattempo era arrivata e si era schierata in un silenzio impressionante. L'ormai attempato commendatore C. arriva, triste in volto, rassegnato, era lui che in questa faccenda aveva competenza e la sua autorita' era indiscussa. Si appropinqua il capobanda, un leggero pallore in volto, e :

- Buongiorno Commendatore.

- Buongiorno, Signore.

- Siamo arrivati un po' in ritardo.

- Lo so.

- Abbiamo suonato a piu' di duecento chilometri da qui e si era fatta l'una.

- Lo immaginavo.

- I giovani non si svegliano mai.....

- Proprio cosi'....

- Siamo qua e vorremmo suonare, possiamo vero?

- Cosa intende Signore?

- Vorremmo restare.

- C'e' un contratto da rispettare... lo ha letto vero?

- Si', lo ho letto; e Lei Commendatore intende applicarlo in tutto e per tutto, il contratto; non e' cosi'?

- Mi dica Lei cosa dovrei fare con un accidenti di contratto cosi' chiaro per le mani, e poi, via...

, ma Le pare questo il modo...

- Ha ragione, caro Commendatore, ha ragione da vendere; ce ne andiamo. Solo vorrei chiederle un favore..

- Dica pure...(il commendatore C. aveva intuito qualcosa....)

- Vorremmo suonare una marcia, una sola e poi ce ne andiamo.

- Prego Signore (l'intuizione era confermata...)

- Un suo desiderio particolare?

- Una marcia qualsiasi, una marcia qualsiasi andra' piu' che bene.....

Un ordine secco, militare, e la banda comincia a suonare uno di quelle irresistibili marce d'agosto che ti spaccano l'anima e te la riconpongono con poche note.

Il Commendatore si commuove e due lagrime si affacciano ai suoi occhi, peraltro non viste per via degli occhiali scuri e per via di un lievissimo sorriso... Le ragioni dell'arte musicale prevalsero sul contratto senza molto lottare;  il programma serale proposto dai tecnici fu approvato con un solo cenno dal Comm. C. che volle pero' parlare un po' delle eterne melodie ..... aggiungendo che la buona musica e' come la Voce di Dio: Onnipotente. La metafora della voce di Dio e' un po' "consumata" ma e' bella lo stesso. E il contratto? Inapplicabile perche' in contrasto con le superiori leggi dell'arte.

 

22 maggio 2002

Antonio Vitti