Michelangelo Restaino, consigliere nazionale delle Confraternite, non lo sapeva, ma quei
venticinque confratelli che stavano, come diligenti chierichetti, ad ascoltarlo
erano in rappresentanza di circa mezzo millennio di storia. Una storia con la
esse minuscola che nessun libro di storia riporta, ma scritta, se si fa
attenzione, sui gradini levigati della scalinata in pietra che porta alla Chiesa
della Madonna delle Grazie. Una storia che inizio' il 15 febbraio 1579 ed
arriva ai nostri giorni, quando un sacerdote, anche lui venuto da lontano, Don
Edmer Eronga, con una tenacia sudestasiatica, e' riuscito a rinnovare la
Confraternita. Lo storico Don Dionigi Antonelli, in uno dei suoi libri"
SETTEFRATI NEL MEDIOEVO DI VALCOMINO" afferma che la prima notizia della
vetusta chiesa la rinviene 15 febbraio 1579, il giorno stesso in cui la
Confraternita del Gonfalone di S. Maria delle Grazie , ivi eretta, si aggregava
alla omonima Arciconfraternita del Gonfalone di S. Maria Maggiore in Roma.
L'Antonelli prosegue affermando che la nostra confraternita e' tra le piu'
antiche della Valle di Comino. Nel 1784, poi, tesi non suffragata da nessun
documento, la Confratenita prende il nome di S. Maria delle Grazie.
L'arciprete Crescenzo Marsella, nella sua monografia storica "I Vescovi di
Sora - 1935", afferma che gli atti costitutivi erano in pergamena ed
andarono distrutti nell'ultima guerra. In questi documenti il Marsella afferma
che i confratelli avanzarono l'istanza a sua Maesta' Ferdinando IV di Borbone
di fondare la Confraternita' per fini religiosi e caritativi e ne esposero le
principali regole. Previo parere favorevole del Cappellano Maggiore della Real
Corte, il grande Sovrano emise il decreto di fondazione. Anche questa volta,
la Confraternita S. Maria delle Grazie immediatamente si aggregava alla
Arciconfratenita di S. Maria Maggiore, ne prese le insegne e stabili' di
celebrare la festa della Titolare lo stesso giorno 5 agosto "S. Maria Ad
Nives". In questo periodo, sempre a detta del Marsella, la Chiesa
omonima fu ampliata ed abbellita. La confraternita vi fece costruire il
meraviglioso portico istoriato da Marco di Sangermano e un bellissimo soffitto ,
intagliato e dorato, a cassettoni. Gli altari , poi, furono arricchiti con
artistici paliotti e quadri pregiati. Poi, i Piemontesi invasero le nostre
Terre, i giacobini andarono al potere ed espropriarono I beni ecclesiatici. Il
savoiardo Vittorio Emenuele II soppresse le confraternite e nel 1877 le
trasformo' in congregazione di carita', determinando il passaggio
dell'amministrazione dei beni al nuovo ente costituito prevalentemente per fini
di beneficienza . La Confraternita ha continuato nei decenni seguenti ad
attendere diligentemente alle pratiche di cristiana pieta' indossando il camice,
intervenendo alle processioni e specie agli accompagni funebri dei confratelli
defunti. La Chiesa e' diventata, dunque , proprieta' del Comune ed il 18 agosto
di ogni anno ospita la statua della Madonna di Canneto , che viene cambiata
d'abito per raggiungere I balzi dell'ermo Canneto. Qui sosta ancora di ritorno,
il 22 successivo a sera, per riprendere le Sue vesti di Regina, accompagnata da
migliaia di pellegrini. D'inverno , la chiesa, scavata nella notte da potenti
fari , torna ad essere un sacrario di ceneri dei nostri Antenati ed una
meravigliosa garitta, magica sentinella di fede lungo la strada che porta alla
Vergine Nera di Canneto.
Il
Priore
Aldo
Venturini
Agosto
2002
|