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Nel tepore di un sole maturo, quando il lungo inverno ha il
sapore d’una fiaba triste, al centro storico di Settefrati si
rinnova la festa in onore di S. Antonio di Padova.
Quasi ammaliati da un flauto
magico , i paesani lasciano le case e si riversano nei vicoli
che vanno in piazza.
È un tremolio di voci e di
parole confuse, è un fragile rincorrersi delle nostre esistenze
nei discorsi di festa.
Siamo composti nel mosaico
della processione quando la banda di Monte San Giovanni Campano
ne sottolinea l’inizio con fragorose note.
Ricordi e preghiere,
tumultuosi, imboccano anch’essi i vicoli appassiti del mio
paese.
A tratti, da lontano,
scoppiano i colpi scuri della ditta pirotecnica Mattei.
Si fa notte. Se non fossero
questi ritorni, queste ore notturne così misteriose e tranquille
che ci assicurano l’eternità, saremmo soffocati dall’angoscia
della vita e da questa brezza che torna ogni sera, tra i
crepacci dell’anima, ad agitare i nostri antichi e nuovi
fantasmi. Ma, a mezzanotte si accendono i fuochi. Una granata di
ricordi squarcia le trame forti della memoria.
Poi, gli ultimi passi vanno a
morire fra i vicoli. Ritorna antico il silenzio della vita.
Ci si sente carezzati dal
buio, dall’odore intenso di ginestre, dal silenzio fra queste
case.
La luna spunta dietro “la
casa Giancola”, “glie vuosce”, l’assiolo, ripete ,fra rami di
stelle, il suo richiamo d’amore.
La festa è finita, ma nel
cuore , in fondo al cuore, è già Canneto……!
Settefrati 13 Giugno 2010
Festa di Sant’Antonio di
Padova
Aldo Venturini |