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Ricordo di Gino di Terelle

 

Sere di primavera

 

di Aldo Venturini

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Un vento tiepido sale gonfio di profumi rubati agli orti  in amore.

Segnalatami da Renato Vitti, tra le mani ho una foto di Gino di Terelle, al secolo Egidio Grossi (Terelle 27 marzo 1915-Guidonia 17 luglio 1990), un personaggio “diversamente abile” che ha calcato, per diversi decenni, i palcoscenici della nostra adolescenza e della nostra gioventù.

Antesignano di Meucci, inventò, si fa per dire, il telefono senza fili, l’attuale telefonino.

Lui parlava con la sua “ Regina “ che stava in cielo, portando all’orecchio la mano a conchiglia (vedi la foto).

Se qualche ragazzotto lo prendeva in giro, Gino lo minacciava con  l’ imminente arrivo di spaventosi e vendicativi “Fafafanti e serpenti velenosi”. Il “Fafafante” era il nome di una sua creatura con l’aspetto e forme di un elefante-dinosauro.

Arrivava in paese nei giorni che precedevano i festeggiamenti della Madonna di Canneto e viveva dignitosamente chiedendo un alloggio e una zuppa di latte.

Caro vecchio Gino, amico delle notti d’agosto , amico della nostra gioventù senza termosifoni,senza telefono tantomeno telefonino (tranne il tuo). Sei stato testimone dell’ultima gioventù che ha giocato a picca, a merculicchio, alla liccia, a Gelorma e che le parole d’amore , nelle sere d’estate a volte le cantava in serenate e stornelli, a volte le sussurrava tra rami di stelle.

Come scrissi tempo addietro al compare Antonio, eravamo i nipoti dei Flinstones quarant’anni fà, all’incirca un millennio fà.

Ed ora, in  questa dolce sera di primavera , mi piace immaginarti a passeggio per i viali del Paradiso,con il tuo tipico andamento alla Charlie Chaplin, mano nella mano con la tua “Regina”, mentre quaggiù, dalle coste di Santo Spirito, arriva cadenzato e singhiozzante il richiamo d’amore “deglie uosce” (assiolo).

Settefrati 8 maggio 2012

Santa Giuditta,

Aldo Venturini