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Aldo Venturini

 

Estate indiana a Settefrati

 

 

omenica mattina sciroccosa. Una botta di vita (eterna) al Cimitero e, poi, via sui monti alla ricerca dell’estate indiana. Chissà perché mi sento molto Kevin Costner e per calarmi nel personaggio di “Balla coi lupi” porto con me la mia cagnetta Margot, che sosterrà il ruolo di lupa. Gireremo un film senza pretese, fatto in casa con i sapori di una volta, come quegli acquolinosi odori di ragù che s’impigliavano fra i vasi di gerani alle finestre dei nostri vicoli.

Alla produzione, il Padre Eterno ha approntato una location spettacolare. Passo un attimo a salutare, nel Suo palazzo, la Regina di Canneto, sempre Misericordiosa, alle prese con le richieste di alcuni pellegrini venuti da lontano.

Poi, via,g iù verso Capodacqua, antico sacrario della Valle. La sorgente non c’è più, l’hanno stuprata ed infibulata in una primavera di sessant’anni fa, con il silenzio omertoso di vari ladroni e tanti complici.

Le protesi cementizie del fiume artificiale, a stento, riescono a contenere la quantità di acqua, che a fondo valle tracima verso un laghetto.

Mi siedo sotto un faggio. Anche nel mio cuore tracimano, silenziosamente, i ricordi dei miei morti.

Si è fatto tardi. Risalgo sul mio calesse seicentino (Fiat 600) e faccio ritorno in paese, a Settefrati.

C’è da girare, ancora, il secondo tempo di “Balla coi lupi”.

Settefrati 11 novembre 2012.

Festa di San Martino.

Aldo Venturini

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