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di Aldo Venturini - Grazie Aldo . L'articolo che presentiamo e` del prof
Massimo Introvigne, romano, uno scrittore, un sociologo ed un
filosofo autorevole, un esperto delle nuove religioni e dei nuovi
movimenti religiosi. Al di la' della materia di cui tratta
l'articolo che presentiamo - la distorsione da parte dei media del
pensiero del papa cosi' come espresso nel suo ultimo libro "Luce del
mondo" sull'uso del preservativo da parte di uomini omosessuali
che hanno rapporti con altri uomini - vorremmo solo dire che e`
generalmente molto pericoloso credere a quanto giornali, televisioni,
internet, media in genere dicono su tanti problemi, travisando in modo
talvolta radicale il pensiero o i fatti che dovrebbero presentare con un
sacro rispetto per le verita'.
Verita': e' uno
dei Santi Nomi di Dio; non dire falsa testimonianza e' uno dei dieci
comandamenti di Dio. Un altro comandamento e' quello di Amare ed Amore
e' un altro dei Santi nomi di Dio. Veritas in Caritate: Verita' ed Amore
- il cui reciproco rapporto ci e` stato spiegato con parole alate da
Papa Benedetto - sono due nomi di Dio ed oggetto di due Suoi
comandamenti. Gia' , comandamenti, leggi: ma se non e` accettata
l'Autorita' del Legislatore Supremo, non possono essere e non sono
difatti piu' rispettati: dove non si accetta Dio, non si possono
rispettare i suoi comandamenti, e, alla Verita' ed all'Amore
che sono da Dio o solo vane parole, vengono sostituiti disvalori
satanici: come e` piuttosto evidente
per tutti. Attenzione quindi, mettiamo in discussione quanto ci
viene propinato quotidianamente: la menzogna e l'istigazione
all'odio, alla faziosita'; in un certo senso il disprezzo per tutto e
tutti e` marea apparentemente inarrestabile, scoraggiante, da
disperazione, e verrebbe da dire che e` l'ora delle tenebre, se
noi non sapessimo che Gesu' Cristo, Nostro Signore ha vinto il mondo, e
noi abbiamo vinto con Lui. Avitti47 25-11-2010
Lunedì 22 novembre 2010
Il Papa, il preservativo e gli imbecilli.
di Massimo Introvigne
Del libro-intervista del Papa Luce del mondo si dovrà parlare, a suo
tempo, come merita. Oggi invece parliamo di imbecilli. Dalle
associazioni gay a qualche cosiddetto tradizionalista, tutti a dire
che il Papa ha cambiato la tradizionale dottrina cattolica sugli
anticoncezionali. Titoli a nove colonne sulle prime pagine.
Esultanza dell’ONU. Commentatori che ci spiegano come il Papa abbia
ammesso che è meglio che le prostitute si proteggano con il
preservativo da gravidanze indesiderate: e però, se si comincia con
le prostitute, come non estendere il principio ad altre donne povere
e non in grado di allevare figli, e poi via via a tutti?
Peccato, però, che – come spesso capita – i commentatori si siano
lasciati andare a commentare sulla base di lanci d’agenzia, senza
leggere la pagina integrale sul tema dell’intervista di Benedetto
XVI, che pure fa parte delle anticipazioni trasmesse ai giornalisti.
Il Papa, in tema di lotta all’AIDS, afferma che la «fissazione
assoluta sul preservativo implica una banalizzazione della
sessualità», e che «la lotta contro la banalizzazione della
sessualità è anche parte della lotta per garantire che la sessualità
sia considerata come un valore positivo». Nel paragrafo successivo –
traducendo correttamente dall’originale tedesco – Benedetto XVI
continua: «Ci può essere un fondamento nel caso di alcuni individui,
come quando un prostituto usi il preservativo (wenn etwa ein
Prostituierter ein Kondom verwendet), e questo può essere un primo
passo nella direzione di una moralizzazione, una prima assunzione di
responsabilità, sulla strada del recupero della consapevolezza che
non tutto è consentito e che non si può fare ciò che si vuole. Ma
non è davvero il modo di affrontare il male dell'infezione da HIV.
Questo può basarsi solo su di una umanizzazione della sessualità».
Non so se il volume italiano che uscirà tradurrà correttamente «un
prostituto», come da originale tedesco, o riporterà – come in alcune
anticipazioni giornalistiche italiane, purtroppo ahimé anche
dell’Osservatore Romano – «una prostituta». «Prostituto», al
maschile, è cattivo italiano ma è l’unica tradizione di «ein
Prostituierter», e se si mette la parola al femminile l’intera frase
del Papa non ha più senso. Infatti le prostitute donne ovviamente
non «usano» il preservativo: al massimo lo usano i loro clienti. Il
Papa ha in mente proprio la prostituzione maschile, dove spesso –
come riporta la letteratura scientifica in materia – i clienti
insistono perché i «prostituti» non usino il preservativo, e dove
molti «prostituti» – clamoroso il caso di Haiti, a lungo un paradiso
del turismo omosessuale – soffrono di AIDS e infettano centinaia di
loro clienti, molti dei quali muoiono. Qualcuno potrebbe dire che «prostituto»
si applica anche al gigolò eterosessuale che si accompagna a
pagamento con donne: ma l’argomento sarebbe capzioso perché è tra i
«prostituti» omosessuali che l’AIDS è notoriamente epidemico, a
prescindere dal fatto che anche in tedesco per il «prostituto»
maschio che va con le donne si usa correntemente il termine
«gigolo».
Stabilito dunque che le gravidanze non c’entrano, perché dalla
prostituzione omosessuale è un po’ difficile che nascano bambini, il
Papa non dice nulla di rivoluzionario. Un «prostituto» che ha un
rapporto mercenario con un omosessuale – per la verità, chiunque
abbia un rapporto sessuale con una persona dello stesso sesso –
commette dal punto di vista cattolico un peccato mortale. Se però,
consapevole di avere l’AIDS, infetta il suo cliente sapendo
d’infettarlo, oltre al peccato mortale contro il sesto comandamento
ne commette anche uno contro il quinto, perché si tratta di omicidio,
almeno tentato. Commettere un peccato mortale o due non è la stessa
cosa, e anche nei peccati mortali c’è una gradazione. L’immoralità è
un peccato grave, ma l’immoralità unita all’omicidio lo è di più.
Un «prostituto» omosessuale affetto da AIDS che infetta
sistematicamente i suoi clienti è un peccatore insieme immorale e
omicida. Se colto da scrupoli decide di fare quello che – a torto o
a ragione (il problema dell’efficacia, o scarsa efficacia, del
preservativo nel rapporto omosessuale non è più morale ma
scientifico) – gli sembra possa ridurre il rischio di commettere un
omicidio non è improvvisamente diventato una brava persona, ma ha
compiuto «un primo passo» - certo insufficiente e parzialissimo –
verso la resipiscenza. Di Barbablù (Gilles de Rais, 1404-1440) si
dice che attirasse i bambini, avesse rapporti sessuali con loro e
poi li uccidesse. Se a un certo punto avesse deciso di continuare a
fare brutte cose con i bambini ma poi, anziché ucciderli, li avesse
lasciati andare, questo «primo passo» non sarebbe stato
assolutamente sufficiente a farlo diventare una persona morale. Ma
possiamo dire che sarebbe stato assolutamente irrilevante?
Certamente i genitori di quei bambini avrebbero preferito riaverli
indietro vivi.
Dunque se un «prostituto» assassino a un certo punto, restando «prostituto»,
decide di non essere più assassino, questo «può essere un primo
passo». «Ma – come dice il Papa - questo non è davvero il modo di
affrontare il male dell'infezione da HIV». Bisognerebbe piuttosto
smettere di fare i «prostituti», e di trovare clienti. La
delicatezza del confessore nel trovare «strade umanamente
percorribili» per trattare i casi pratici più delicati di
applicazione della dottrina cattolica – che però non muta – in tema
di anticoncezionali, evocata dal Papa in altra parte del
libro-intervista, non c’entra con il brano che stiamo discutendo sul
«prostituto». È questo il brano che è stato sbattuto in prima pagina
e ha innescato la spirale perversa di commenti frettolosi pubblicati
prima di sapere di che cosa diamine si stesse parlando. Qui, però,
dove stanno la novità e lo scandalo se non nella malizia di qualche
commentatore? Al proposito, vince il premio per il titolo più
assurdo il primo lancio della Associated Press, versione in lingua
inglese (poi per fortuna corretto, ma lo trovate ancora indicizzato
su Yahoo con questo titolo): «Il Papa: la prostituzione maschile è
ammissibile, purché si usi il preservativo». Solo gli imbecilli
scambiano il Papa con Marrazzo, anche se entrambi vivono a Roma.
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