Antonio Vitti
Brevi
riflessioni
Propongo alcune brevi riflessioni su
temi che mi appassionano e che, credo, possano appassionare molti.
Non pretendo di aver detto cose vere, le mie cose potrebbero non
essere nemmeno verosimili, e serenamente mi sottopongo
volentieri al giudizio di chi le leggera'. Un denominatore comune in
tutte le mie brevi riflessioni forse c'e': un minimo di capacita' di
leggere il reale senza gli "occhiali della televisione", cioe'
senza condividere, per inedia, i giudizi sommari, quasi sempre
ideologici, spesso menzogneri, qualche volta ridicoli di coloro che
vogliono comandare le nostre menti, per traghettarle verso obiettivi
sconosciuti, ma che ispirano un'istintiva repulsione.
Kindle
Ricordo, circa trentacinque anni
orsono, lavoravo a Roma in un’industria di elettronica professionale
molto quotata, e , per ragioni di lavoro e di interesse personale,
mi tenevo informato sulle novita’ tecnologiche. Usci’ il primo
compact disk, tecnologia di lettura a raggi laser; alle velocita’ di
un fulmine con alcuni colleghi facemmo subito i conti: quella
memoria avrebbe potuto contenere alcune centinaia di libri, se ne
sarebbero avvantaggiati tutti i paesini e le contrade che fino ad
allora erano privi di una biblioteca degna di questo nome. Una chiara
ipotesi di applicazione socialmente utilissima di un dispositivo
nuovo, una opportunita’ immensa che si offriva per la cultura in
genere, e , ed a me stava ancora piu’ a cuore, per l’educazione, per
la formazione di individui e comunita’ per questi rispetti
marginalizzate da secoli, o da sempre. La Philips in quel periodo
lancio’ sul mercato un sistema di lettura e scrittura di una memoria
in modo wireless, ed anche li’ non ci volle molto per capire che le
applicazioni sarebbero state tantissime: una fra tante gli EZ Pass
delle automobili in ingresso/uscita nei caselli autostradali. Ma in
elettronica come forse in nessun’altra attivita’ umana i progressi,
per lo meno in tempi brevi e medi, sono dirompenti ed in
trentacinque anni quanto ricordavo che ci provoco’ gioia e
meraviglia si e’
ingigantito: ultima sorpresa per me che non lavoro piu’ da tempo
nell’elettronica: una memoria non piu’ grande dell’unghia del mio
mignolo di ben 32 Gbites, che potrebbe contenere almeno 50.000
libri, dico 50.000 libri in un’unghia, appesa ad un portachiavi…….
strabiliante, strabiliante. Il desiderio di avere tanti libri,
sempre con se’, le memorie sempre piu’ potenti, i displays
nitidissimi … ecco un oggetto bellissimo che nasce…(ormai da qualche
anno)… il suo nome e’ Kindle. Sono al terzo esemplare: i primi due
Amazon, il terzo un tablet della Samsung, Galaxy II, ma
quest’ultimo e’ un vero computerino, con il sistema operativo
Android. Le prestazioni del mio tablet sono tutte interessanti, per
esempio posso leggere le e-mail quando sono in giro, per la citta’,
o sedendo ai gradini della scalinata della chiesa di Settefrati, a navigare come fanno
tanti giovani in agosto; tutto molto utile, ..... ma avere in tasca 550
libri e’ gioia purissima. In era pre-Kindle non avrei mai comprato
20 romanzi russi – fra Tolstoj, Dostojevsky, Cechov, Bulgakov - non
avrei mai comprato le opera maggiori di Sant’Agostino – in gioventu’
avevo letto Le Confessioni, ora ho in tasca De Trinitale, Soliloqui,
La citta di Dio, Le Confessioni, una miriade di opere minori... - ed
ho tutti i sommi della letteratura francese, inglese, americana,
spagnola. Ed ho anche molti trattati tecnici: informatica,
termodinamica, … , ho persino La Summa Theologica di San Tommaso,
che e’ in quanto a mole, una vera enciclopedia, che non leggero’ mai,
ma che portero’ sempre con me. Come portero’ sempre con me :
Camilleri, Baricco; Tolstoj, Dostoevskij, Puskin, Cechov; Heminghway,
Dickens, Dumas, Stendhal, Flaubert, Tolkien; Leopardi, Pascoli,
Manzoni, Carducci, Dante Petrarca, Boccaccio , Cecco Angiolieri,
Cielo d’Alcamo; Machiavelli, Guicciardini; Bibbia, Vangeli,
Encicliche varie; Pavese , Calvino, Joyce; Shakespeare, Hugo,
Goethe, De Dervantes; Marquez e Borges il mio autore preferito in
questo periodo…; e tanti altri….
Clima
Se ne parla da molto, di variazioni
climatiche, le cui conseguenze piu’ evidenti sono lo scioglimento
progressivo dei ghiacciai ai poli e le piogge anomale, fortissime,
disastrose, che dall’estremo oriente, al Centro America, dall’Europa
al Nord America seminano lutti e devastazioni. Certamente la nostra
epoca non ha molta memoria, e naturalmente non la ha degli eventi
che hanno percosso la terra nel passato: una sorta di rimozione
generalizzata, la parola d'ordine e' "dimentica". Ma non basta
affacciarsi al Colle? Il fosso che dalla Valle di Portella arriva a
Rosanisco e’ stato scavato dall’acqua, o meglio da piogge
violentissime verosimilmente, intensissime, tanto intense che i
terreni andavano in liquefazione, la loro struttura collassava ed un
torrente di fango e pietre ed arbusti ed alberi scendeva dai monti e
scavava quei fossati che ora vediamo con gli occhi, fossati la cui
presenza non ci e' piu’ di monito come dovrebbe. Personalmente,
confesso, sono stato sempre un po’ scettico su questo problema dei
cambiamenti climatici, ma ascoltate: …. era un 21 agosto,
pomeriggio, di pochi anni fa a Settefrati: un temporale di una
tale violenza non lo avevo mai visto: vento ed acqua … i platani del
Colle sembrava dovessero sradicarsi da un momento all’altro … capii
in un attimo che le variazioni climatiche non sono una sciocchezza,
che il problema c’e’, e’ reale, e’ grave. Cosa fare? Costruire
tenendo conto di quanto sta avvenendo: localizzare le nuove
costruzioni dove non vi sono segni benche’ remoti di possibili
alluvioni, recuperando un modo nostro di leggere il territorio (e’
un caso che a Ponte Melfa non c’erano case ed ora c’e’ una citta’ ?
E prima o poi? Naturalmente, corna facendo, speriamo bene….).
Questo per le heavy rains . Per l’aumento di temperature che
dovrebbe essere di pochissimi gradi (2-3°C) direi che non dovrebbe
portare a grossi guai, e che portera’ anche benefici (agricoltura,
energia).
Globalizzazione
Un mercato mondiale di tutte le
merci, ovvero la globalizzazione di tutti i mercati, ovvero tutti i
mercati a confluire in un unico mega mercato, prevalentemente basato,
per la presentazione delle offerte e per le transazioni, sulle
nuove tecniche e tecnologie di comunicazione. Coloro che hanno fatto
delle scienze un feticcio non dubitano che quella della globalizzazione
dei mercati sia una via unica, da percorrere irreversibilmente, e
che anche il solo proporre barriere, calmierazioni, dazi, sia un
peccato grave di lesa maesta’. Ma e’ veramente cosi’ certo che la
globalizzazione dei mercati sia in se’ un bene sempre,
incondizionatamente? Siamo veramente certi che le attuali gravi
difficolta’ di mezzo mondo non abbiano come concausa primaria la
troppo in fretta accettata ed osannata globalizzazione dei mercati? Provo a
riflettere se ci riesco; se propongo al mercato globale un mio
prodotto o servizio e se nel produrlo sono stato il piu’ bravo,
talche` il rapporto qualita’ prezzo di quanto propongo e’ maggiore
dell'analogo parametro delle merci di tutti i miei concorrenti, io
vincero’ su tutto il fronte ma tutti gli altri perderanno senza
scampo. Sembrerebbe che per ogni prodotto o servizio vinca uno solo
e tutti gli altri falliscano. Il discorso contiene delle forzature,
delle semplificazioni, perche’ vi sono ritardi, viscosita’ di
comportamenti, disinformazione, irrazionalita' varie, ma
sostanzialmente mi sembra che il discorso fili; esempio banale: se i
fagioli olandesi costassero meno dei faglioli prodotti in ogni altro
paese del mondo il mondo intero sarebbe indotto a manfgiare fagioli
olandesi , non fa una piega …. Ma degli altri produttori di fagioli
che ne sarebbe ???? Paradossalmente: se un paese fosse in una
ipotetica graduatoria mondiale sistematicamente al secondo posto in
termini di efficacia produttiva, per tutte le merci e servizi,
ebbene questo paese un tempo sarebbe stato uo dei piu’ ricchi del
mondo con la globalizzazione e’ uno dei piu’ poveri , non vince
nulla perche’ e’ sempre secondo e nei mercati globali i secondi
perdono.
19 novembre 2012
|