Home  Ricevo da Domenico Vitti; pubblico e ringrazio. 21 Settembre 2006

Caro Antonio,

    ho molto apprezzato e, in parte, condiviso la lettera aperta di Delia a te diretta, la tua risposta e l'altra tua diretta al Sindaco Ing. Lorenzo Malizia.

    Da dette lettere emergono rimostranze che potrebbero essere messaggi di apertura a un dialogo e quindi positive, anche se, personalmente, per natura, sono contrario al dialogo a mezzo stampa perchè rischia di causare veri e propri maremoti in un bicchiere d'acqua.

    Sia a livello nazionale che regionale, provinciale e comunale stiamo vivendo, in senso generale, un momento particolarmente negativo dovuto a molteplici motivi: concentrazione del potere nelle mani di pochi; mancanza di incontri con la gente, mancanza di dialogo, indifferenza e disinteresse.

    Tutti, credo , vogliamo il dialogo, arma principale per unire idee. Pertanto è importante incontrarsi, discutere di programmi e progetti concreti ed efficaci.

Arroganza, liti, faziosità riducono il nostro paese a fanalino di coda rispetto ad altri. Questo scenario sconsolante è lo specchio fedele di un paese incloncludente, litigioso, troppo diviso e di conseguenza, senza forza contrattuale. Se le cose dovessero continuare così si rischia un distacco sempre più profondo tra residenti e settefratesi all'estero, tra cittadini ed istituzioni. A chi giova? Chi potrebbe risolvere il problema? Purtroppo tutti parliamo ma nessuno si mette avanti; nessuno vuole porgere l'altra guancia.

    Benvengano, allora, le lettere aperte sperando che stimolino qualcuno a fare il primo passo. Propongo un progetto: "Incontriamoci a Settefrati".

Qualunque proposta in merito è buona.

    In merito alla domanda fatta al Sindaco riguardante la "Chiesa Madonna delle Grazie" ritengo doveroso dare anch'io una risposta.

    I lavori di restauro totale (escluso, per motivi tecnici, quelli riguardanti i cassettoni mancanti e riprodotti in legno naturale e i legni del portico), sia della Chiesa che dell'annesso lazzaretto, (i cui danni non furono causati dal terremoto del 1984 ma dalle continue infiltrazioni d'acqua piovana per mancata manutenzione del tetto) furono ultimati a fine anno 1994. A pochi mesi con il rinnovo del Consiglio comunale alle porte, VOLUTAMENTE, non volli inaugurare il complesso della Madonna delle Grazie. Avendo pubblicamente rinunciato alla ricandidatura a Sindaco, ho voluto dare tale onore al nuovo Sindaco al fine di consegnargli e affidargli "il GIOIELLO" e raccomandargli una attenta e continua manutenzione.

    L'inaugurazione avvenne il 31 marzo 1996 con il neo eletto Sindaco, Ing. Malizia. Lasciato anche la spesa occorrente per l'inaugurazione.

    Nessuno ha mai fatto il mio nome.

    Preciso:

    Con l'intervento del Sindaco Dott. Salvatore Terenzio (1980-83) e del Parroco Don Antonio Sacchetti, la Soprintendenza restaurò 6 quadri (la Pentecoste di Marco Mazzaroppi e 5 di autori ignoti).

    Dopo il terremoto, Sindaco l'Ing. Antonio Vitti, la Soprintendenza ai Beni Architettonici del Lazio, finanziò un primo lotto per il restauro strutturale della Chiesa e dei cassettoni; ricollegamenti dei cassettoni alle armature in legno e rifacimento dell'intero tetto.

L'Architetto Seno, che aveva precedentemente presi accordi con l'anzidetto Sindaco, iniziò, dirigendoli i lavori. Tali lavori furono ultimati verso la fine del 1986. Il falegname Domenico Colarossi (Pischiotto) eseguì, magistralmente (parole di Seno) tutti i lavori in legno, rifacimento cassettoni e pezzi mancanti.

    Restarono da eseguire i lavori di restauro e pulitura dei cassettoni dorati che compongono il soffitto stesso: quadri su tela in diverse forme e grandezze, entro ciascuno dei quali si alternano rosoni e tele e al centro la statua lignea della Madonna delle Grazie. Per l'esecuzione di tali restauri occorrevano £ 450 milioni. Malgrado le pressioni dell'Arch. Seno, la Soprintendenza non riuscì ad ottenere il finanziamento per mancanza di fondi.

    Tale notizia me la comunicò lo stesso Arch. nel giugno 1987, invitandomi, nello stesso tempo, ad attivarmi politicamente.

    Mi rivolsi al Ministro Emilio Colombo e, su consiglio dello stesso, al Presidente Giulio Andreotti. Riuscii ad ottenere il finanziamento e furono ripresi i lavori, con grande soddisfazione di Seno e naturalmente mia.

    Terminati i lavori la Soprintendenza riconsegnò la Chiesa invitando il Comune a completare i lavori non eseguiti, con fondi di altri Enti. (Tinteggiatura, impianto elettrico, impianto di riscaldamento, finestre, bagno per handicappati, oltre ai locali del lazzaretto per i quali erano stati stanziati dalla Regione Lazio £ 2.500.000 non sufficienti nemmeno per fare il cordolo di coronamento del tetto).

    Nel 1989 presentai all'Assessorato al LL. PP. della Regione Lazio un piano per la destinazione del complesso ad uso polivalente con il Nulla Osta della Curia Vescovile essendo la Chiesa sì laica ma consacrata e per meglio sposare cultura e spiritualità: celebrazioni Eucaristiche nelle date prestabilite, convegni e concerti.

    Con la legge 51 venne finanziato il primo lotto per rifacimento cordolo di coronamento solaio, copertura tetto e rinforzo mura perimetrali del lazzaretto. Non essendo stata rifinanziata la legge 51 per l'anno seguente, fissai un appuntamento con l'Assessore ai LL. PP. della Regione,  On. Avv. Gianfranco Schietroma che in pochissimi giorni incluse il piano nei finanziamenti dei PIM, in due lotti successivi. Furono eseguiti tutti i lavori, compresi quelli per l'eliminazione delle barriere architettoniche (3 bagni per handicappati, uno alla sacrestia, un secondo al piano terra del lazzaretto ed il terzo al 1° piano oltre all'impianto per salita sedia a rotelle dal 1° al 2° piano).

    Ho voluto chiarire solo per la verità e non per avere un grazie. Sono contento per aver contribuito a salvare un "GIOIELLO" e questa soddisfazione vale molto di più di un grazie.

    Sento il dovere, però di ringraziare:

- Il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e il Ministro Emilio Colombo;

- Gli Architetti Ruggeri, Seno e Scappaticci;

- L'On. Avv. Gianfranco Schietroma;

- La Curia Vescovile di Sora e Don Antonio Sacchetti;

- Gli ex Sindaci: - Dott. Salvatore Terenzio

                           - Ing. Antonio Vitti.

 

Con stima

 

Settefrati, 19 settembre 2006

                             

                                                                                                                                              Domenico Vitti

 

 

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