ho molto apprezzato e, in parte, condiviso la lettera aperta
di Delia a te diretta, la tua risposta e l'altra tua diretta
al Sindaco Ing. Lorenzo Malizia.
Da
dette lettere emergono rimostranze che potrebbero essere
messaggi di apertura a un dialogo e quindi positive, anche se,
personalmente, per natura, sono contrario al dialogo a mezzo
stampa perchè rischia di causare veri e propri maremoti in un
bicchiere d'acqua.
Sia
a livello nazionale che regionale, provinciale e comunale
stiamo vivendo, in senso generale, un momento particolarmente
negativo dovuto a molteplici motivi: concentrazione del potere
nelle mani di pochi; mancanza di incontri con la gente,
mancanza di dialogo, indifferenza e disinteresse.
Tutti, credo , vogliamo il dialogo, arma principale per unire
idee. Pertanto è importante incontrarsi, discutere di
programmi e progetti concreti ed efficaci.
Arroganza, liti, faziosità riducono il nostro paese a fanalino
di coda rispetto ad altri. Questo scenario sconsolante è lo
specchio fedele di un paese incloncludente, litigioso, troppo
diviso e di conseguenza, senza forza contrattuale. Se le cose
dovessero continuare così si rischia un distacco sempre più
profondo tra residenti e settefratesi all'estero, tra
cittadini ed istituzioni. A chi giova? Chi potrebbe risolvere
il problema? Purtroppo tutti parliamo ma nessuno si mette
avanti; nessuno vuole porgere l'altra guancia.
Benvengano, allora, le lettere aperte sperando che stimolino
qualcuno a fare il primo passo. Propongo un progetto: "Incontriamoci
a Settefrati".
Qualunque proposta in merito è buona.
In
merito alla domanda fatta al Sindaco riguardante la "Chiesa
Madonna delle Grazie" ritengo doveroso dare anch'io una
risposta.
I
lavori di restauro totale (escluso, per motivi tecnici, quelli
riguardanti i cassettoni mancanti e riprodotti in legno
naturale e i legni del portico), sia della Chiesa che
dell'annesso lazzaretto, (i cui danni non furono causati dal
terremoto del 1984 ma dalle continue infiltrazioni d'acqua
piovana per mancata manutenzione del tetto) furono ultimati a
fine anno 1994. A pochi mesi con il rinnovo del Consiglio
comunale alle porte, VOLUTAMENTE, non volli inaugurare il
complesso della Madonna delle Grazie. Avendo pubblicamente
rinunciato alla ricandidatura a Sindaco, ho voluto dare tale
onore al nuovo Sindaco al fine di consegnargli e affidargli "il
GIOIELLO" e raccomandargli una attenta e continua manutenzione.
L'inaugurazione avvenne il 31 marzo 1996 con il neo eletto
Sindaco, Ing. Malizia. Lasciato anche la spesa occorrente per
l'inaugurazione.
Nessuno ha mai fatto il mio nome.
Con
l'intervento del Sindaco Dott. Salvatore Terenzio (1980-83) e
del Parroco Don Antonio Sacchetti, la Soprintendenza restaurò
6 quadri (la Pentecoste di Marco Mazzaroppi e 5 di autori
ignoti).
Dopo il terremoto, Sindaco l'Ing. Antonio Vitti, la
Soprintendenza ai Beni Architettonici del Lazio, finanziò un
primo lotto per il restauro strutturale della Chiesa e dei
cassettoni; ricollegamenti dei cassettoni alle armature in
legno e rifacimento dell'intero tetto.
L'Architetto Seno, che aveva precedentemente presi accordi con
l'anzidetto Sindaco, iniziò, dirigendoli i lavori. Tali lavori
furono ultimati verso la fine del 1986. Il falegname Domenico
Colarossi (Pischiotto) eseguì, magistralmente (parole di Seno)
tutti i lavori in legno, rifacimento cassettoni e pezzi
mancanti.
Restarono da eseguire i lavori di restauro e pulitura dei
cassettoni dorati che compongono il soffitto stesso: quadri su
tela in diverse forme e grandezze, entro ciascuno dei quali si
alternano rosoni e tele e al centro la statua lignea della
Madonna delle Grazie. Per l'esecuzione di tali restauri
occorrevano £ 450 milioni. Malgrado le pressioni dell'Arch.
Seno, la Soprintendenza non riuscì ad ottenere il
finanziamento per mancanza di fondi.
Tale
notizia me la comunicò lo stesso Arch. nel giugno 1987,
invitandomi, nello stesso tempo, ad attivarmi politicamente.
Mi
rivolsi al Ministro Emilio Colombo e, su consiglio dello
stesso, al Presidente Giulio Andreotti. Riuscii ad ottenere il
finanziamento e furono ripresi i lavori, con grande
soddisfazione di Seno e naturalmente mia.
Terminati i lavori la Soprintendenza riconsegnò la Chiesa
invitando il Comune a completare i lavori non eseguiti, con
fondi di altri Enti. (Tinteggiatura, impianto elettrico,
impianto di riscaldamento, finestre, bagno per handicappati,
oltre ai locali del lazzaretto per i quali erano stati
stanziati dalla Regione Lazio £ 2.500.000 non sufficienti
nemmeno per fare il cordolo di coronamento del tetto).
Nel
1989 presentai all'Assessorato al LL. PP. della Regione Lazio
un piano per la destinazione del complesso ad uso polivalente
con il Nulla Osta della Curia Vescovile essendo la Chiesa sì
laica ma consacrata e per meglio sposare cultura e
spiritualità: celebrazioni Eucaristiche nelle date
prestabilite, convegni e concerti.
Con
la legge 51 venne finanziato il primo lotto per rifacimento
cordolo di coronamento solaio, copertura tetto e rinforzo mura
perimetrali del lazzaretto. Non essendo stata rifinanziata la
legge 51 per l'anno seguente, fissai un appuntamento con
l'Assessore ai LL. PP. della Regione, On. Avv. Gianfranco
Schietroma che in pochissimi giorni incluse il piano nei
finanziamenti dei PIM, in due lotti successivi. Furono
eseguiti tutti i lavori, compresi quelli per l'eliminazione
delle barriere architettoniche (3 bagni per handicappati, uno
alla sacrestia, un secondo al piano terra del lazzaretto ed il
terzo al 1° piano oltre all'impianto per salita sedia a
rotelle dal 1° al 2° piano).
Ho
voluto chiarire solo per la verità e non per avere un grazie.
Sono contento per aver contribuito a salvare un "GIOIELLO" e
questa soddisfazione vale molto di più di un grazie.
Sento il dovere, però di ringraziare:
- Il
Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e il Ministro Emilio
Colombo;
- Gli
Architetti Ruggeri, Seno e Scappaticci;
- L'On.
Avv. Gianfranco Schietroma;
- La
Curia Vescovile di Sora e Don Antonio Sacchetti;
- Gli
ex Sindaci: - Dott. Salvatore Terenzio
Settefrati, 19 settembre
2006