
Ricordo del poeta Michele Buzzeo
Glie poeta
Sotte la teglia
Settefrati
XIV Agosto
Terremoto a Settefrati Glie factotum
Poeta operaio
La rivoluzione
Dies irae
Na sera a Settefrati
Il suo nome era Michele, Michele Buzzeo ma era meglio conosciuto come Michele
Alborio. Era un nostro paesano, nato a Settefrati nel 1920, aveva studiato prima
a Caserta e poi a Roma, letteratura. Attraverso' l'esperienza della guerra e
poi, come tanti paesani in quel periodo emigro' in America, stabilendosi a
Stamford, la cittadina non lontana da New York dove vivono migliaia di
settefratesi. Per l'intera sua vita ha coltivato la sua passione per le lettere,
era un creativo, non un tecnico, anche se conosceva molto bene la letteratura
italiana; era un poeta e si esprimeva benissimo in lingua, ma preferiva il
dialetto, quel dialetto settefratese del quale era un vero maestro. Michele ha
cantato tante cose: la guerra, l'amore, la vita di Settefrati, l'emigrazione con
il suo portato di sofferenze, quel mondo pastorale che gli era rimasto nel cuore
(diceva di se', scherzando, "sono un vaccaro"). Leggere le sue poesie
e' un po' ritrovarsi con quanto di specifico noi abbiamo, la passione per le
tradizioni, un po' di rassegnazione circa il destino degli uomini, un certo
orgoglio da lottatore, qualche abbandono verso le piccole cose. Aveva anche un
forte senso dell'umorismo e molte delle sue poesie ne sono pervase. L'uomo
Michele era il piu' delle volte un po' triste, dignitoso nel comportamento,
affettuoso con gli amici, le sue battute erano rapide ed efficaci; fra l'altro
aveva un senso notevole di autoironia, virtu' adorabile. Mi sia consentito un
mini aneddoto. Negli anni '70-'80 voleva far parte dell'amministrazione comunale
ma non riusci' ad infilarsi nella lista "buona" quella che avrebbe
vinto; ci rimase tanto male che per ripicca entro' in una lista votata alla
sconfitta, nessuna speranza di essere eletto. Perse le elezioni, ma con stile. A
quel tempo Michele Alboreto correva con la Ferrari e vinceva spesso. Quando
Michele perse le elezioni il suo commento fu: Michele Alboreto vince/ Michele
Alborio perde. Incantevole!!
Vorrei
aggiungere qualche altra cosa. Ho frequentato Michele per anni, lo consideravo
amico e credo che lui mi ricambiasse. Ho condiviso con lui la passione per
Settefrati e per le lettere, posso dire di averlo conosciuto abbastanza bene. Mi
sono sempre rattristato nel vedere che poetastri vari pubblicavano ed avevano
"successo", mentre i lavori del mio amico Michele non hanno avuto quel
che meritavano; e questo per due motivi, la falsita' imperante e la ritrosia di
Michele a promuovere se stesso (dovuta a quello scarsissimo senso mercantile che
noi settefratesi ci portiamo sempre addosso e che sara' pure indice di sincerita',
di gentilezza, ma che ci costa sempre molto caro). Naturalmente le opere di
un poeta non muoiono con il poeta stesso, e le poesie di Michele sono li', ben vive, ad attendere una occasione propizia per venire alla
luce, per essere conosciute, lette; rinchiuse non servono a nessuno.
Voglio sperare che succeda qualcosa in questo senso e che il tempo renda un po'
di giustizia a questo mio amico poeta, al poeta di Settefrati. 21/5/02
21 - 9 - 2006
|