Verde, molto verde.....
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a una vecchia foto (anni 30 ?)
scattata da Pietrafitta si vedono le nostre montagne
da Valle Fischia alla Valle Cupa; mettendo a
confronto detta foto con un’altra scattata oggi nel
medesimo luogo verso gli stessi monti si nota
un
fortissimo incremento della superficie coperta da
alberi, un incremento che potremo definire enorme,
forse abnorme. Cosa e` successo nei decenni cui
potremmo riferirci per le nostre considerazioni,
diciamo dal 1930 al 2010? Sono successi alcuni
fatti notevoli:
-Gradatamente la legna secca che
veniva quotidianamente bruciata in tutte le case per
ore, per cucinare ha ceduto il passo al gas
combustibile, da noi e in tutti i paesi piccoli in
genere distribuito con bombole, in citta’ con reti
di tubature
dedicate.
-E’ ancora successo che c’e’ stata
riforestazione, utilissima per la disoccupazione del
dopoguerra, meno utile in se’ ed a volte sbagliata (essenze
estranee al nostro territorio).
-E’ ancora successo che c’e’ stata
emigrazione, spopolamento, che ha comportato, oltre
che l'abbandono di terreni un tempo tutti coltivati,
anche la riduzione del numero degli animali
domestici che gravavano sui nostri territori montani,
nel nostro paese e su tutti i paesi simili al nostro,
in gran parte dei paesi italiani.
-E’ ancora successo che, ennesima
conseguenza del non fare ricerca seriamente, per la
conversione dell’energia chimica in energia termica
per il riscaldamento domestico non sono stati messi
a punto sistemi efficaci e di basso costo per cui la
legna e` stata molto poco utilizzata per il
riscaldamento (la legna lasciata a marcire, con il
suo potere calorifico di 4.000 Kcal/Kg equivalente
al 40% del potere calorifico della benzina: 2.5 Kg
di legna sono equivalenti ad 1 Kg di benzina, siamo
quindi ricchissimi di energia, nella forma di
energia chimica, ma non sappiamo controllare i
processi di conversione dell'energia
elettromagnetica in energia termica….).
-Dulcis in fundo e’ ancora successo
che sono stati “inoculati” (il participio usato e`
volutamente provocatorio), nei giovani e un po’ in
tutti, modelli di vita centrati sul lavoro d’ufficio
in citta’, per cui il lavoro manuale fatto
nei paesi e’ stato considerato ed e` ancora
considerato da retrogradi, il che` e` falso ed un
po’ folle (pensiamo ai paesi vuoti ed alle citta’
che scoppiano: l’Italia ha perso il ben
dell’intelletto): l'urbanesimo e' un'altra pesante causa di fuga dai
nostri paesi dai nostri monti dalle nostre case.
Quanto abbiamo menzionato – gas al
posto della legna, emigrazione, rimboschimenti,
ritardi tecnologici, adozione di modelli
comportamentali ostili al paese, al lavoro manuale,
all’agricoltura, l'urbanesimo – ha portato i nostri monti ad
approdare ad un equilibrio radicalmente diverso
rispetto a quello che potrebbe essere stato del
precedente assetto, ben rappresentato, diciamo,
dalla foto del 1930, foto per certi versi di
importanza storica.
Ricapitolando:
da paesi pieni di
gente, montagne piene di animali domestici, boschi confinati a superfici dedicate in concorrenza ed in
equilibrio con il pascolo e con i campi coltivati,
con i parchi non aventi finalita’ economiche dirette,
ovvero da un rapporto dinamico bosco, pascolo,
campo, parco, controllato dall’uomo che ne ha
mandato divino, approdiamo ad un arretramento del
bosco, del pascolo e del campo ed anche del parco
verso la selva selvaggia ed aspra e forte:
processo graduale, lento ma, negli ultimi decenni,
mai fermo.
Fra i due modi possibili di essere
della natura, il giardino e la selva, c’e’ in atto
un trasbordo graduale ed inesorabile dal giardino
verso la selva; si direbbe che il lavoro secolare
di strappare terra alla selva per darla al giardino
(inteso come bosco, parco, pascolo o campo coltivato
il tutto in un equilibrio dinamico governato
dall'uomo) sta in pochi decenni recedendo: la "selva
selvaggia ed aspra e forte" sta riconquistando molta
parte di quanto il lavoro di secoli le aveva
sottratto.
Per inciso, parrebbe di poter
affermare che dei poli selva-giardino prevale il giardino nei
periodi in cui la sapienza antica sembra governare
l’uomo e le societa’, mentre prevale la selva quando,
al contrario, detta sapienza antica e’ sostituita
dalle sue contraffazioni ideologiche,
sostanzialmente empie, anticristiane, sempre foriere di guai e di
morte. Ancora verrebbe da dire che il rapporto
corretto dell’uomo con la sua terra si puo’ fondare
solo sulla investitura divina, che vuole l’uomo re
della natura, creata quest'ultima prima dell'uomo,
in vista dell'uomo e per l’uomo!!.
Quando tristissimamente e` ridotto o
azzerato il ruolo di Dio Legislatore e Reggitore di
tutto, e la natura e’ elevata ad una dignita’ divina
che assolutamente non le compete, nessuno piu’ guida
e corregge i comportamenti della natura stessa che
e` anch'essa decaduta… ed ecco l’inselvatichimento,
conseguenza, e non delle minori, dello
smarrimento
dell’uomo, che ha perso la via, dell'uomo che vuol fare
tutto da se’.
Dovessimo dar retta senza riflettere
a fondo a tutti coloro che dicono di amare la natura,
e che dicono che essa deve essere lasciata libera di
seguire le sue proprie leggi, dovremmo dire che
finalmente il bosco e’ libero dalla tirannia umana
che, senza averne titolo (Dio e' stato escluso),
costringeva il bosco a dare legna, il pascolo a dare
erba, il campo a dare frutti, il parco ad essere
bello ed ammirato: sembra che tutti pensino che
quando l’uomo interferisce con le “sacre”
leggi della natura si verificano squilibri che
possono essere apocalittici perche’ la natura non
scherza e quando colpisce fa male sul serio. Le cose
non stanno pero’ cosi’, nei discorsi degli adoratori
della natura ci sono funesti errori, tante incongruenze.
Personalmente non ascolto piu’ da
tempo gli “scienziati” ne’, tantomento, la tv e i
giornali. Le loro tesi, in buona sostanza ancorate a
pochi capisaldi, che Dio non c’e’, che l’Uomo
e’ cattivo, e che la Natura e’ buona, sono un
veleno e tutto il resto dei discorsi, che si
sentono martellanti tutti i giorni, le loro
tesi sono sempre e solo una diversa variazione sullo
stesso tema, sempre quello: Dio non c'e' , l'uomo e'
cattivo, la natura e` buona. Io non mi fido degli
adoratori della Natura. Anche da tecnico questa del
bosco che se cresce liberamente e sfrenatamente
e` cosa buona e se serve l’uomo e’ cosa peccaminosa
non mi convince assolutamente. Per esempio sono
convinto che l’enorme crescita in pochi decenni
della superficie coperta da alberi ha determinato
una grande apporto di calore all’atmosfera
direttamente con l’immarciscimento quotidiano di
immani quantita’ di biomassa ed indirettamente
perche’ ancora l’immarciscimento immette anidride
carbonica nell’atmosfera in enormi quantita’.
Qualche tempo fa, riflettendo sul
triste stato dei nostri campi, parlavo di tafani,
rovi e zecche; parlando dei boschi e dei pascoli
viene fuori un quadro simile: i pascoli si
sono degradati in modo gravissimo, con la
prevalenza di erbacce infestanti ed inutili o
pochissimo utili ai sempre piu’ radi frequentatori
dei pascoli stessi. I boschi sono diventati quasi
impenetrabili perche’ si e` nel tempo formato un
sottobosco fatto di numerosissime piante, che non
riescono ad alzarsi verso la luce, e che
costituiscono una barriera di seccume impenetrabile
(dantesco!!!), che non da spazio alla fauna ne
alla flora… e
mentre i batteri hanno sempre piu’
lavoro nel generare calore ed anidride carbonica, ci
sveniamo per comprare combustibili fossili da paesi
non proprio amici….
Ma il microcampione Settefrati e’
rappresentativo dell’universo Italia, o Europa, o
Mondo? Direi di si, stante che le cause elencate
del muoversi graduale del sistema campo-pascolo-bosco-parco
verso una indistinta selva ostile sono le stesse un
po’ dappertutto, e che
la causa delle cause, il
rigetto della Legge conseguente la negazione del
Legislatore e’ il male vero e comune del mondo
intero anche se a diversi gradi di intensita’, e mai
vittorioso perche' il male ha gia' perso. Detto in
altri termini il corretto rapporto uomo-natura si
fonda sul corretto rapporto Uomo-Dio; se si guasta
il rapporto Uomo Dio si guasta il rapporto
uomo-uomo ed il rapporto uomo-natura. Purtroppo il
rovinarsi del rapporto uomo-natura e’ solo uno dei
problemi che conseguono al rovinarsi del rapporto
Uomo-Dio; purtroppo c’e’ molto di piu’.
La sete di
infinito dell’uomo puo’ essere appagata solo da Dio;
se non si cerca o non si accetta Dio che ci cerca
dall’Alto della Croce tutto va in sofferenza grande
ed inconsolabile. Anche i nostri amati monti. avitti47 - 24 maggio 2011 |