Aldo Venturini

I nostri monti visti da Pietrafitta 60 anni dopo

17 maggio 2011

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I nostri monti visti da Pietrafitta in una foto di piu' di 60 anni orsono; tutto era molto piu' brullo di ora.

I monti oggi sono quasi completamente coperti di vegetazione

 

 

 

Verde, molto verde.....

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a una vecchia foto (anni 30 ?) scattata da Pietrafitta si vedono le nostre montagne da Valle Fischia alla Valle Cupa; mettendo a confronto detta foto con un’altra scattata oggi nel medesimo luogo verso gli stessi monti si nota un fortissimo incremento  della superficie coperta da alberi, un incremento che potremo definire enorme, forse abnorme.  Cosa e` successo nei decenni cui potremmo riferirci per le nostre considerazioni, diciamo dal 1930  al 2010?  Sono successi alcuni fatti notevoli:

-Gradatamente la legna secca che veniva quotidianamente bruciata in tutte le case per ore, per cucinare ha ceduto il passo al gas combustibile, da noi e in tutti i  paesi piccoli in genere distribuito con bombole, in citta’ con reti di tubature dedicate.

-E’ ancora successo che c’e’ stata riforestazione, utilissima per la disoccupazione del dopoguerra, meno utile in se’ ed a volte sbagliata (essenze estranee al nostro territorio).  

-E’ ancora successo che c’e’ stata emigrazione, spopolamento, che ha comportato, oltre che l'abbandono di terreni un tempo tutti coltivati, anche la riduzione del numero degli animali domestici che gravavano sui nostri territori montani, nel nostro paese e su tutti i paesi simili al nostro, in gran parte dei paesi italiani.  

-E’ ancora successo che, ennesima conseguenza del non fare ricerca seriamente, per la conversione dell’energia chimica in energia termica per il riscaldamento domestico non sono stati messi a punto sistemi efficaci e di basso costo per cui la legna e` stata molto poco utilizzata per il riscaldamento (la legna lasciata a marcire, con il suo potere calorifico di 4.000 Kcal/Kg equivalente  al 40% del potere calorifico della benzina: 2.5 Kg di legna sono equivalenti ad 1 Kg di benzina, siamo quindi ricchissimi di energia, nella forma di energia chimica, ma non sappiamo controllare i processi di conversione dell'energia elettromagnetica in energia termica….).  

-Dulcis in fundo e’ ancora successo che sono stati “inoculati” (il participio usato e` volutamente provocatorio), nei giovani e un po’ in tutti, modelli di vita centrati sul lavoro d’ufficio in citta’,  per cui il lavoro manuale fatto nei paesi e’ stato considerato ed e` ancora considerato da  retrogradi, il che` e` falso ed un po’ folle (pensiamo ai paesi vuoti ed alle citta’ che scoppiano: l’Italia ha perso il ben dell’intelletto): l'urbanesimo e' un'altra pesante causa di fuga dai nostri paesi dai nostri monti dalle nostre case.

Quanto abbiamo menzionato – gas al posto della legna, emigrazione, rimboschimenti, ritardi tecnologici, adozione di modelli comportamentali ostili al paese, al lavoro manuale, all’agricoltura, l'urbanesimo  – ha portato i nostri monti ad approdare ad un equilibrio radicalmente diverso rispetto a quello che potrebbe essere stato del precedente assetto, ben rappresentato, diciamo, dalla foto del 1930, foto per certi versi di importanza storica.

Ricapitolando: da paesi pieni di gente, montagne piene di animali domestici, boschi confinati a superfici dedicate in concorrenza ed in equilibrio con il pascolo e con i campi coltivati, con i parchi non aventi finalita’ economiche dirette, ovvero da un rapporto dinamico bosco, pascolo, campo,  parco, controllato dall’uomo che ne ha mandato divino, approdiamo ad un arretramento del bosco, del pascolo e del campo ed anche del parco  verso la selva selvaggia ed aspra e forte: processo graduale, lento ma,  negli ultimi decenni, mai fermo.

Fra i due modi  possibili di essere della natura, il giardino e la selva, c’e’ in atto un trasbordo graduale ed inesorabile dal giardino  verso la selva;  si direbbe che il lavoro secolare di strappare terra alla selva per darla al giardino (inteso come bosco, parco, pascolo o campo coltivato il tutto in un equilibrio dinamico governato dall'uomo) sta in pochi decenni recedendo: la "selva selvaggia ed aspra e forte" sta riconquistando molta parte di quanto il lavoro di secoli le aveva sottratto.

Per inciso,  parrebbe di poter affermare che dei poli selva-giardino prevale il giardino nei periodi in cui la sapienza antica sembra governare l’uomo e le societa’, mentre prevale la selva quando, al contrario, detta sapienza antica e’ sostituita dalle sue contraffazioni ideologiche, sostanzialmente empie, anticristiane, sempre foriere di guai e di morte. Ancora verrebbe da dire che il rapporto corretto dell’uomo con la sua terra si puo’ fondare  solo sulla investitura divina, che vuole l’uomo re della natura, creata quest'ultima prima dell'uomo, in vista dell'uomo e per l’uomo!!.

Quando  tristissimamente e` ridotto o azzerato il ruolo di Dio Legislatore e Reggitore di tutto, e la natura e’  elevata ad una dignita’  divina che assolutamente non le compete, nessuno piu’  guida e corregge i comportamenti della natura stessa che e` anch'essa decaduta… ed ecco l’inselvatichimento,  conseguenza,  e non delle minori, dello smarrimento dell’uomo, che ha perso la via, dell'uomo che vuol fare tutto da se’.

Dovessimo dar retta senza riflettere a fondo a tutti coloro che dicono di amare la natura, e che dicono che essa deve essere lasciata libera di seguire le sue proprie leggi, dovremmo dire che finalmente il bosco e’ libero dalla tirannia umana che, senza averne titolo (Dio e' stato escluso), costringeva il bosco a dare legna, il pascolo a dare erba, il campo a dare frutti, il parco ad essere bello ed ammirato: sembra che tutti pensino che quando l’uomo interferisce con le “sacre” leggi della natura si verificano squilibri che possono essere apocalittici perche’ la natura non scherza e quando colpisce fa male sul serio. Le cose non stanno pero’ cosi’, nei discorsi degli adoratori della natura ci sono funesti errori, tante incongruenze.

Personalmente non ascolto piu’ da tempo gli “scienziati” ne’,  tantomento, la tv e i giornali. Le loro tesi, in buona sostanza ancorate a pochi capisaldi,  che  Dio non c’e’, che l’Uomo e’ cattivo, e che la Natura e’ buona,  sono un veleno e tutto il resto dei discorsi,  che si sentono martellanti  tutti i giorni, le loro tesi sono sempre e solo una diversa variazione sullo stesso tema, sempre quello: Dio non c'e' , l'uomo e' cattivo, la natura e` buona. Io non mi fido degli adoratori della Natura. Anche da tecnico questa del bosco che se cresce liberamente e sfrenatamente  e` cosa buona e se serve l’uomo e’ cosa peccaminosa non mi convince assolutamente. Per esempio sono convinto che l’enorme crescita in pochi decenni della superficie coperta da alberi  ha determinato una grande apporto di calore all’atmosfera direttamente con l’immarciscimento quotidiano di immani quantita’ di biomassa ed indirettamente perche’ ancora l’immarciscimento immette anidride carbonica nell’atmosfera in enormi  quantita’.  

Qualche tempo fa,  riflettendo sul triste stato dei nostri campi, parlavo di tafani, rovi e zecche; parlando dei boschi e dei pascoli viene fuori un quadro   simile: i pascoli si sono degradati  in modo gravissimo, con la prevalenza di erbacce infestanti ed inutili o pochissimo utili ai sempre piu’ radi frequentatori dei pascoli stessi. I boschi sono diventati quasi impenetrabili perche’ si e` nel tempo formato un sottobosco fatto di numerosissime piante, che non riescono ad alzarsi verso la luce,  e che costituiscono una barriera di seccume impenetrabile (dantesco!!!),  che  non da spazio alla fauna ne alla flora… e mentre i batteri hanno sempre piu’ lavoro nel generare calore ed anidride carbonica, ci sveniamo per comprare combustibili fossili da paesi non proprio amici….  

Ma il microcampione Settefrati e’ rappresentativo dell’universo Italia, o Europa, o Mondo?  Direi di si, stante che le cause elencate del muoversi  graduale del  sistema campo-pascolo-bosco-parco verso una indistinta selva ostile sono le stesse un po’ dappertutto, e che la causa delle cause, il rigetto della Legge conseguente la negazione del Legislatore e’ il male vero e comune del mondo intero anche se a diversi gradi di intensita’, e mai vittorioso perche' il male ha gia' perso. Detto in altri termini il corretto rapporto uomo-natura si  fonda sul corretto rapporto Uomo-Dio; se si guasta il rapporto Uomo Dio si guasta il rapporto  uomo-uomo ed il rapporto uomo-natura. Purtroppo il rovinarsi del rapporto uomo-natura e’ solo uno dei problemi che  conseguono al rovinarsi del rapporto  Uomo-Dio; purtroppo c’e’ molto di piu’. La sete di infinito dell’uomo puo’ essere appagata solo da Dio; se non si cerca o non si accetta Dio che ci cerca dall’Alto della Croce tutto va in sofferenza grande ed inconsolabile. Anche i nostri amati monti.  avitti47 - 24 maggio 2011