Foto di Massimo Parravano
Testo di Aldo Venturini
Quant’è bella ‘a
muntagna....stamattina.
E’
bastato un filo di sole e uno spicchio d’azzurro ed il nostro
Messner settefratese, al secolo Massimo Parravano, di primo mattino,
dopo aver salutato con un casto bacio la moglie insonnolita,
è
salito ,
in
solitaria,
alla Bellaveduta.
L’escursione di media difficoltà si è snodata lungo lo sterrato di
Val Canari
(984 mt),
i
pendii del colle San Bernardo(1194 mt) ed il costolone destro della
montagna fino alla vetta di 1985 mt per poi scendere lungo Portella,
Valle Fischia ,Macchia Marina,Val Canari.
La
bellezza dei luoghi è testimoniata da queste foto.
Dalla vetta,il panorama spazia dal massiccio della Maiella con il
monte Amaro(2793 mt) al massiccio del Meta (2224 mt). Da sempre la
Bellaveduta ha commosso ed ispirato l’animo dei poeti e dei
musicisti.
Si
racconta che il compositore Ernesto De Curtis (1875-1937) ,il nipote
di Totò,autore di celebri canzoni napoletane quali “Torna a
Surriente”,”Voce ‘e notte”,”Non ti scordar di me”,fu ospitato dal
mecenate don Ferdinando Gramegna(1863-1942) nel suo palazzo di
Settefrati, nell’estate del 1915.
Durante la sua permanenza scrisse dedicandola a Maria Falcone,la
nipote di don Ferdinando,la canzone “Oi Marì”.
Si
racconta,inoltre, che una sera ,andando al Colle,rimase colpito
dalla bellezza e dalla maestosità della montagna in questione e
scrisse “quant’è bella ‘a muntagna stanotte”.
Quei versi ,poi,furono musicati e diventarono
la famosa canzone “Tu
ca nun chiagne”(1915) che Enrico Caruso
lanciò con successo sui palcoscenici internazionali.
Settefrati 12 marzo 2012
Aldo Venturini
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