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Antonio Vitti

 

 QUI DAT NIVEM SICUT LANAM......

 

(Un omaggio alla neve .)

 

Silenzio, permettete alla neve di scendere in silenzio, sia consentito solo ai bambini o ai docili animali di parlare, date spazio alla voce del cielo.... nevica nei vicoli e negli orti.... nevica sui colli, sulle ginestre e sui quercioli... nevica sulle montagne, sulle sue rocce, sui faggi e sugli stazzi ... dall'alto scende la neve sulla Cascata Valcatoio, a Piazza dei Cavalieri, a S. Marcello dei Serviti, a Central Park; scende la neve sulla mia anima, scende la neve sui cipressi e sulle tombe, scende la neve sugli amici miei, sui miei ricordi, sui miei rimpianti .... nevica nel deserto, nevica sui tuoi capelli, bisognerebbe che noi si vada in un luogo piu' pacifico (... mai piu' di ora pare di poter sentire Dio)... per cantare con i cieli ... "Qui dat niven sicut lanam, cinerem sicut pruinam spargit... "....la nostra antica nenia... sottovoce con il vento e con le anime dei morti...(tenendoti per mano per non aver paura di perderti). Certo potrebbe bastare un'arancia o due castagne ed un po' di vino per celebrare la neve che scende sul mondo. Ma questa notte dormiro' con le pecore del colle Peponi, ben riparato dal freddo, su un pagliericcio ed avvolto in una coperta militare. La neve per cui solo desidero semplicita' e calore, mi narrera' favole antiche di amori perduti e ritrovati ... i lupi della notte saranno impotenti nel cenacolo caldo dove il mio gregge dormira' e dove il mio cuore cerchera' di parlare con l'Eterno. Non venire con me' dolcissima, non questa notte in cui ho bisogno di essere solo coi miei animali, con una candela ed i fiammiferi a portata di mano ad attendere che un messaggero di delizie venga direttamente nel mio cuore in attesa da secoli. Mai come ora ho desiderato Dio.
gennaio 2002

 

It’s gone

 

“Non si parla piu’ l’yiddish in Europa Orientale;

la lingua della mia prima preghiera,

la lingua del mio primo amore,

della mia prima storiella buffa non c’e’ piu’… it’s gone.”

Negli occhi di Elie Wiesel certezza e calma….l’yiddish?  ….it’s gone.

 

It’s gone

It’s gone il tuo sorriso

It’s gone la voglia di attendere

It’s gone la forza di cercare…

..everything is gone.

 

I’m gone too. I don’t know when and where,  but I’m gone .

 

Verso luoghi non piu’ raggiungibili veleggia una fioritura che non posso raggiungere … it’s gone.

 

Cose morte, they’re gone,

altre cose si allontanano perche’ io sono morto,  I'm gone.

 

Alcuni secondi o decenni, il desiderio ha messo in luce ,  

Galassie fuori dal tempo hanno brillato, luci di varia intensita’ e durata si sono spente..

Giacciono ora nel baricentro immobile dell’anima… insano definirle morte eppure non sono vive…

 

Un vecchio casale che non puo’ piu essere riparato,

un sorriso troppo dolce alla stazione,

l’yiddish dell’amore, delle preghiere e delle storielle

il respiro di una ginestra in giugno…

tutto sottratto ad un divenire che non poteva essere che sacrilego.

 

I ruderi della contrada Fanone sono assaliti da una vegetazione spietata;

Il sorriso alla stazione si spegne dopo due secondi a 45 gradi  verso il basso,

Le botti sono tutte bruciate ed il fumo ha fatto il giro del mondo.

 

It’s gone.

 

Nel Gones cemetery c’e’ pace .

E’ saggio non spingervi niente, solo  cio’ che c’e’ attrae il poeta

Il Gones Cemetery e’ nella mia anima.

Il Gones Cemetery sono io.

 

12 agosto 2002.

 

 

 

Vorrei….

 

Vorrei fermarmi un paio d’ore con  le ginestre di Colle Santo Spirito

e da li’ poi muovere verso Casal Vecchio; 

bere un pochino d’acqua e stare ancora un po’ ad ascoltare il cuculo. 

 

Vorrei raccoglier un po’ di pietre colorate dal greto secco del Melfa,  da mettere fra i miei libri…

 

..ed  essere con un temporale estivo in compagnia solo di due sigarette…

 

… o  raccogliere le memorie degli stazzi piu’ sperduti…

 

 ..ah,  fioriture  nascoste di Selva Piana, luce  della luna al Guado delle Capre ..

 

Piccole farfalle bianche attorno a  fontanelle  ….   o  leggerissime divinita’ silvane  fatte di puri versi….

 

E  amori di alberi e di  uccelli  fra  estasi di erbe  e  di rocce…

 

 … nuvole bianche in navigazione verso oriente salutate da foglie innumerevoli…. 

 

26 giugno 2002

 

 

 

E’ solo una notte d’agosto.

 

Sussurri della luna riflessi dai biancospini

in un concerto di grilli.

La calda veglia del morto,

il monte oscuro e su’, in cima, le stelle.

Dormi sulla mia spalla, angelo caldo,

La panchina scomoda a ricordare i dolori del mondo.

Notte pacifica, uccelli di guardia fra le foglie,

fiori pascolati dalle stelle, perche’ aleggino mille primavere.

Ubriachi sghignazzanti: ma si’ avete ragione,

non vale la pena prendere sul serio nulla,

solo per favore non disprezzate

gli altri abitanti

di questa magica notte d’agosto.

…. grandi fianchi del monte

suoni intermittenti,

bagliori di sospiri……

Da un filino di sorriso del tuo volto so’ che il sole e’ ancora vivo,

e gia’ le stelle si avvicinano,

la luna puo’ scendere tranquilla ,

i monti possono acquietarsi.

Agosto 2002