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Il
Papa a
Canneto nel
1985
Qualche
riflessione.
Dal
numero delle visite al sito e da alcuni contatti
con amici Settefratesi arguisco, cosa peraltro
comprensibilissima, che la notizia del Papa a
Canneto ha destato molto interesse e qualche
perplessita’. Solo per dovere di testimonianza
vorrei fare qualche considerazione:
-Che il papa
recentemente scomparso, il grande papa Giovanni
Paolo II, sia stato a Canneto e’
certo e documentato , personalmente, lo
seppi subito; a quel tempo una
rivista settimanale (Oggi?) pubblico` un articolo
in cui si parlava di una vacanza in incognito del
papa alla Maiella ma fummo in parecchi a
riconoscere dalle foto che non si trattava della
Maiella ma della Valle di Canneto. Si disse che
coloro che avevano avuto un qualche ruolo nella visita
fossero stati vincolati al piu’ assoluto riserbo,
ma qualcosa trapelo’ ed in fondo non erano
notizie intrinsecamente riservate, o
per lo meno non lo erano piu’ dopo i fatti,
quando non c'erano piu` rischi ne` per
l'incolumita' del Pontefice ne` per la quiete
della sua vacanza.
-Quanto la visita
del Pontefice a Canneto sia un evento per noi
importante e’
presto detto: e’ un evento
epocale : mai un papa
era stato a Canneto e chissa` quanto tempo passera`
prima che un altro vi torni, forse secoli, forse
mai. Il fatto che la visita sia
avvenuta in forma privata e
riservata non
toglie molta importanza alla visita stessa e, per
qualche verso forse ve ne aggiunge: il papa ha
scelto i nostri monti per riposare un po` in santa
pace, il papa ha scelto anche lui quei boschi,
quei prati....
-Fatto quindi
certo ed epocale ; ed ora il solito piccolo
desiderio, sussurrato per paura di dare fastidio a
chiccessia: una
mano pietosa apponga un segno sull’esatto luogo
dove il Papa stanco riposo`, li`, alla base dello
Schioppaturo... un umile segno quale potrebbe
essere una targa di ottone, o di bronzo, con lo
stemma del papa, o con una
Croce, piccola quanto si voglia, ma
tale che per i nostri figli
e
per i pellegrini dei prossimi decenni e secoli si
conservi memoria che
in quel luogo gia’ sacro alla Vergine
Madre, un giorno il Vicario di Cristo diede
sollievo al suo corpo e prego’
Iddio, immerso in una natura paradisiaca;
-
Il luogo di cui parliamo,
lo Schioppaturo, che nel nostro dialetto
significa "Cascata", e`
custodito nel cuore di tutti i Settefratesi. 15/4/05
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Quei
giorni
trascorsi con il
Papa
Ausilia
Vitti ci trasmette il testo di un articolo
pubblicato
venerdì 8
Aprile
2005 da
"Il Tempo"
- Lazio sud, pag. 25 - a firma di
Marco De Luca. Grazie
Ausilia per la collaborazione. Fra [...] note
redazionali.
Nel
luglio di venti anni fa il Santo Padre passò una
breve vacanza nella valle di Canneto, a Settefrati.
GIOVANNI Paolo II passò tre giorni di
assoluto riposo nella Valle di Canneto, lontano da
Roma e nella quiete
delle Mainarde [e' una
imprecisione.."veniale" : Canneto non fa
parte delle Mainarde] . Era il luglio del 1985, i primi
giorni del mese, quando
l’elicottero
con a bordo il Pontefice si posò su una spianata
della Valle di Canneto, in territorio del comune
di Settefrati,
in Ciociaria. Lì, a 1200 metri tra le ripide
pareti del massiccio della Meta, sorge la valle
scavata dal fiume Melfa e sulle cui rive è
edificato il santuario della Madonna di Canneto.
Più oltre, quando i boschi secolari si
infittiscono, si erge la casa
salesiana don Enrico Vitti. Fu qui che il
Santo Padre venne ospitato per tre giorni;
l’alloggio era al terzo piano della casa in una
stanza umilmente arredata. Con lui c’erano
quattro accompagnatori e tre giovani sacerdoti
salesiani, don Pierfausto (oggi responsabile dei
salesiani in oriente), don Bianchini e don
Clemente. La
presenza del Papa sui monti della valle di Comino
fu tenuta segreta a tutti: né il vescovo della
diocesi di Sora, né i sacerdoti del santuario
della Madonna di Canneto, né il prefetto di
Frosinone e neppure le forze dell’ordine furono
avvisate del suo arrivo.
A chi vide atterrare l’elicottero (a luglio
quelle zone sono meta di escursionisti) fu detto
che era un mezzo della protezione civile in
perlustrazione per verificare i danni del
terremoto avvenuto qualche mese prima[ in realta'
il terremoto ci fu nel maggio 1984, 14 mesi prima
della presunta data della visita del papa, non
pochi mesi; da verificare se la visita non fu nel
1984 come mi par di ricordare anche se non ne sono
affatto sicuro] . «Dissero che l’elicottero
aveva a bordo l’allora sottosegretario [alla
protezione civile] Zamberletti», ci racconta
Domenico Vitti attuale direttore amministrativo
della casa salesiana don Enrico Vitti. Durante
quei tre giorni, il Papa fece altrettante
escursioni: la prima fu alla località
[1^ giorno]Schioppaturo. Qui
una caratteristica cascata [vedi foto] lo vide arrivare, vi si
fermò e si raccolse in meditazione leggendo un
testo sacro.
Il giorno dopo Giovanni Paolo II partì per l’escursione
più lunga: [2^giorno]una
camminata di quasi cinque ore fino ai 2.240 metri
della Meta [
in realta' la foto che io ho visto venti anni fa
mostrava il papa lungo il sentiero che dalla base
di Cavallara conduce verso "Pietra con
l'acqua", non credo che il papa sia stato
sulla cima della Meta, ma vedremo].
Durante la terza escursione, verso la località [3^
giorno]Tre
confini, il Santo Padre si riposò costruendosi un
giaciglio di fortuna con qualche frasca e una
coperta sulle spalle.
In
nessuno dei tre giorni fu visto o si incontrò con
gente del luogo: quando il Papa era in cammino per
quei sentieri, l’efficientissimo servizio d’ordine
lo precedeva impedendo così possibili incontri.
Qualcuno
pubblicò alcune foto di quelle escursioni, ma
venne detto che il Papa si era recato sulla
Maiella. Il segreto di chi sapeva ha incastonato
per anni quella storica visita. Tra di loro
la
signora Antonietta Nizzardo di Settefrati,
all’epoca ottantenne: era lei che aiutava a
servire il cibo ai sacerdoti e agli ospiti della
casa salesiana. La signora Antonietta è deceduta
da quattro anni: soltanto a pochi giorni dalla
morte ammise qualcosa. In quei tre giorni era lei
che portava il vassoio con le vivande dalla cucina
su al terzo piano, alla stanza del Papa. Era in
quella stanza che Antonietta e gli ospiti della
casa salesiana assistevano alla santa messa
officiata ogni giorno dal Santo Padre, devoto di
don Bosco.
La terra della Valle di Comino, in uno
dei suoi luoghi più suggestivi, carico di storia
e di religiosità, può essere fiera [dovrebbe
essere fiera !!!!] di aver
ospitato, seppur in incognito, Papa Giovanni Paolo
II e la casa salesiana don Enrico Vitti può a
ragione essere compresa tra quei luoghi benedetti
dal grande Papa polacco. 5-4-08
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