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Post truth Espressione nuova , letteralmente “Dopo [la] verita'” , espressione dal significato inquietante, sinistro. Dopo la verita', nel senso che in politica, ma non solo, anche nelle conuicazioni sociali in genrere si punta sempre piu' ad argomentazioni che generano emozioni e consenso indipendentemente dalla loro aderenza alla verita', che, pertanto, non vincola piu' moltissimi. Esempio: secondo i sindacati i manifestanti erano trecentomila, secondo le forze dell'ordine centocinquantamila... la verita' e' sicuramente un numero intermedio, ma il discostarsene in modo anche sostanzioso e' stato depenalizzato, non ci stupisce piu', anche se un pochino continua ad intristircici. Eravamo adusi a pensare che la Verita' esistesse, che fosse la stessa per tutti, ed anche se a volte difficile o difficilissima o impossibile da trovare, essa c'era sicuramente, ed incuteva un sacro rispetto. Il Dio Uomo disse di se' :“ Io sono […] la Verita' [...]” e disse ancora che :“La Verita' vi fara' liberi”. La Verita' e' quindi Sacra, Divina … scopriamo ora che se ne puo' fare a meno, e che essa puo' essere piegata ad interessi di parte... scopriamo che e' lecito forzarla. E' stato detto che la spettacolarizzazione di tutto mira solo a generare emozioni negli altri e che, di conseguenza, l'apparire sia piu' importante dell'essere; la sete di approvazione e di consenso sta trasformando il mondo in un immenso teatro in cui tutti recitano, vincolati alle leggi dello spettacolo, ma incuranti, o forse piu' in profondita' ostili al vero. La sete di consenso, che calpesta il vero, nei suoi estremi patologici diviene autoreferenzialita': come a dire: l'applauso che nessuno mi tributa me lo faccio da me stesso, operazione triste violenta, maleeducata, ma quanto terribilmente diffusa (quel disgustosissimo: io l'avevo detto, se non ci fossi stato io..... io : parassita dell'anima con buona pace di tutti gli esibizionisti, che sono legioni....). C'e' qualcosa di poco convincente nei teatrini di ogni genere e di ogni valore che si intrecciano in ogni istante nella vita di tutti, ed e' questo non voler tener conto del vero, omettendo, perche' ritenuto inutile, ogni tentativo di dimostrazione della validita' delle proprie opinioni; si ignora che solo se le premesse di un qualsiasi ragionamento sono certe e se la logica piu' rigorosa governa lo svolgimento del ragionamento, solo allora si puo' pervenire a conclusioni valide, di verita'. Il ragionamento abbozzato rinvia anche e soprattutto ad uno dei dieci comandamenti, che ci vincola a dare vera testimonianza, perche' ci proibisce la falsa testimonianza. Non dire la verita', sostituire la verita con altro e' una palese violazione dell'ottavo comandamento, ma chi se ne puo' stupire? Se, infatti, come ormai e' fenomeno dilagante, se si nega l'esistenza del Legislatore e' chiaro che le Leggi, i Comandamenti, non sono piu' validi, non sono piu' vincolanti. I Comandamenti che sono poi il fondamento della vita del singolo e delle comunita' non hanno vita autonoma, si svuotano, o forse si rovesciano, se non si accetta il Signore del Cielo e della Terra (non credere nella Sua esistenza e' impossibile, il problema vero e' accetterLo) . Post truth e' la conseguenza estrema e patologica della negazione dei diritti di Dio da parte di un uomo che per un mistero terribile si e' voltato contro il suo Creatore. 23 dicembre 2016 |