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MADONNA BIANCA, MADONNA NERA: UN MISTERO CHIARITO
Aldo Venturini
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Diciamolo pure, una volta per tutte. E’ stato sempre un mistero, per noi Settefratesi l’esistenza di una statua della Madonna di Canneto bianca che viene portata in processione verso un santuario dove, da oltre mille e trecento anni, si venera la statua di una Madonna di Canneto nera. Lo storico Don Dionigi Antonelli, nel suo libro “il Santuario di Canneto” (Casamari 1969), ha espresso tutta la sua perplessità a riguardo della processione definendola spettacolare ma, dal punto di vista storico, inspiegabile. Anzi, continua, la statua dal volto bianco è un inutile doppione che costituisce solo elemento di confusione. Molti devoti scambiavano, e scambiano, la Madonna nera con S.Anna,’ la madre’, e la Madonna bianca con la figlia che va in visita alla madre. Ecco perché, nel 1941, la direzione del santuario, nella persona dell’Arciprete Marsella, si vide costretta a far scolpire, in proposito, una statua nera di S.Anna con la Madonna bambina. Inoltre, lo stesso Marsella stabilì di riporre, velandola in sacrestia, la statua della Madonna bianca una volta giunta a Canneto. La presenza del Santuario Mariano a Canneto è attestata in numerosi documenti. Alcuni, storicamente certi, datano la sua presenza nel 1288, altri, meno certi, ne attestano la presenza già nel 715, cioè mille e trecento anni fa. Ma per avere informazioni sul pellegrinaggio e la festa di Canneto, dobbiamo arrivare al 1574, anno in cui lo storico Prudentio di Alvito ricorda come la festa durasse ben cinque giorni e come la chiesa “si visita spesso e devotamente da convicini e vi sono assai sante reliquie”. Ma risale al 1639, forse, la più antica descrizione della festa del 22 agosto. È una breve relazione del 1 luglio 1639 dell’Arciprete D. Michele Cardelli, in occasione della visita pastorale in Settefrati di Mons.Tamburelli vescovo di Sora (1638-1656). Tra l’altro si legge che tutto il clero di Settefrati, formato allora da molti sacerdoti, il 21 agosto, di buon mattino, si portava processionalmente a Canneto con le reliquie dei diversi Santi e una volta là giunto, cantava, ad ora adatta, i primi vespri. Antica e lodevole consuetudine, aggiunge l’illustre prelato Settefratese, che dovette conservarsi integra e inalterata nei secoli successivi. Nello stesso giorno nella valle di Canneto, in comunione di spirito e di fraternità, arrivava una identica processione con le reliquie dei Santi proveniente da Picinisco. Il 21 agosto era, dunque, un’antica e sublime ‘festa delle reliquie’, vigilia che preparava alla solennità del 22 agosto: festa della Madonna di Canneto col titolo di Maria Regina. Ma, udite udite, gli storici Marsella (Storia della Madonna di Canneto- Sora 1928) e l’Antonelli (opera citata) riferiscono che: “ Purtroppo, nel 1874 a Settefrati, secondo la relazione dell’Abate Terenzio, troviamo inspiegabilmente abolita la processione con le reliquie e sostituita con l’uso di portare, il 18 agosto, una nuova statua della Madonna al santuario dove c’è quella antichissima”. Ma ora attenzione al colpo di scena. Nell’archivio storico della Curia vescovile di Sora, alcuni mesi orsono, Don Dionigi ha trovato la chiave di questo mistero. Nella relazione, che l’Arciprete Lorenzo Venturini (1809-1877) scrisse il 20 luglio 1874 al vescovo Paolo De Niquesa (1872-1876), l’Arciprete racconta che la teca di cristallo, all’interno della chiesa di S. Stefano, contenente le sacre reliquie portate in processione, venne rotta dalle mani fanatiche di un ladruncolo nella notte del 21 settembre 1842. Furono rubate alcune reliquie e alle altre furono prese le autentiche delle stesse che ne garantivano la genuinità. Nel 1842, a seguito del furto, fu commissionata allo scultore Petronzio di Cassino (1791-1850) una statua che andasse a sostituire le reliquie ormai inutilizzabili ed in seguito fu incaricato il giovane Aniceto Venturini a scrivere le strofe dell’inno dell’Evviva Maria. Ecco dunque svelato il mistero. Anticamente, il 21 agosto, si portavano a Canneto in processione le reliquie dei Santi di Settefrati e Picinisco. Nel 1843, a seguito del furto, fu portata in processione una nuova statua lignea sia la mattina del 18 che la sera del 22 agosto. E’ doveroso, infine, riferire che le indagini sul furto portarono a sospettare fortemente esecutori e mandanti di un paese vicino. Forse è un caso, ma dall’anno successivo al furto sacrilego, alla processione delle reliquie di Picinisco fu impedito di raggiungere la valle di Canneto. A tutt’oggi, la processione si svolge nei vicoli del paese piciniscano. Aldo Venturini Settefrati 21 settembre 2009 167° anniversario del furto sacrilego. Breve commento: - La Madonna e` venerata a Canneto, sotto il titolo di Madonna di Canneto, dal 715, cioe` da 1300 anni; - Per molti secoli e fino al 1842 in agosto i settefratesi si recavano in processione a Canneto con le loro preziose reliquie; la stessa pia usanza era del limitrofo paese di Picinisco; - Il 21 settembre 1842, le reliquie che si portavano in processione a Canneto, furono rubate, danneggiata, profanate da ignoti nella Chiesa di Santo Stefano dove erano conservate; - Sempre nel 1842, a seguito della devastazione delle reliquie fu fatta realizzare, per mano dello scultore cassinate Petronzio, l'attuale bellissima statua della Madonna di Canneto Bianca, custodita a Settefrati; - Dal 1843 la nuova statua della Madonna Bianca viene portata in processione dai settefratesi il 18 Agosto e riportata a Settefrati il 22 Agosto, in sostituzione delle reliquie. Commento finale: e` proprio vero che la Provvidenza sa trarre dal male il bene: la piu' bella statua della Madonna, che noi settefratesi amiamo di amore tenero, infinito, nacque ...... dal furto sacrilego del 21 settembre 1842....: e cosi', meraviglia!, un furto sacrilego !!!, fatto in se` "esecrando" commesso da soggetti non identificati, divenne strumento di superiori disegni divini. Cosa dire del ladruncolo: non un tizzone d'inferno ma... molesto, antipaticissimo ...., non tanto degno di un profondo girone dantesco quanto di una bella taccarata fra capo e collo ......... Grazie Aldo Venturini. 19 Settembre 2009
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