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Venerdi' e saette a Casalorda
Due pastori. Il giovane aveva mangiato carne ed era venerdi’. Il tempo si sa’ e’ mutevole in estate e sul monte, Casalorda (nomina sunt consequentia rerum...) puo’ passare dal bello piu’ luminoso al terribile in un paio d’ore. Il vecchio aveva paura delle saette e dell’uso che le divinita` fanno di esse, per impaurire e per punire, per comunque ristabilire la propria autorita`. In estate succede spesso, quando il cielo si fa scuro, ed il vento precede la tempesta, il piu’ delle volte vien giu’ la grandine, e questa si accompagna spesso alle saette: la selva ne e` sistematicamente massacrata, e questo e’ il segno della punizione divina, che colpisce quando vuole i pastori, le pecore e gli alberi, e perfino le rocce, da un momento all’altro. La saetta di Casalorda e’ di un genere particolarmente fragoroso, o appare tale forse solo perche’ cade vicina, e hai voglia a dire che quando la senti non e` piu’ pericolosa perche` e` passata, e` invece proprio quando la senti che ti si gela il sangue. Chiaramente non fa a tutti lo stesso effetto, la stessa paura, nel caso dei nostri due il giovane non se ne curava piu’ di tanto, ma il vecchio ne era terrorizzato e si appellava a Gesusantabarbara, una divinita’ ibrida, ma si sa che le fede e` debole e le garanzie non sono mai sufficienti e Barbara e` un (ingenuo?)rafforzativo di Gesu’, ed anche se la cosa potrebbe esser definita eretica, si sa che la prudenza non e` mai troppa, e non conviene rischiare. Le saette, per giustizia, non dovrebbero colpire chi ha adempiuto ai suoi doveri ed il vecchio aveva osservato il venerdi, a differenza del giovane, sconsiderato, incosciente (orrore date le possibili conseguenze!, i resoconti non dicono che tipo e quanta carne, anche se, dato il contesto, possiamo azzardare una, massimo due salsicce o qualche cotica, ma, certo, sempre carne e’.... ). I due sono sotto un albero, un faggio ed il vecchio si allontana, al principio con fare disinvolto, ma il giovane lo segue. Dopo un po’ il vecchio cambia albero e ordina secco al giovane di non seguirlo, ma il perfido gli va dietro. Dopo un po’ altro albero “ Resta qua, non muoverti!!!”. Niente da fare, il giovane lo segue. Altro albero, altro inseguimento. Altro albero, altro inseguimento. Non resta che la resa: “Ho capito, ho capito, oggi moriro' bruciato”.
18 gennaio 2008
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