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Aldo Venturini

Una domenica mattina, un muro romano.

 

In questa fresca mattinata di fine febbraio, il cinguettio degli uccelli è una meravigliosa toccata di clavicembalo di Paradisi.

Sì, in paradiso sarà questa la colonna sonora dei nostri meravigliosi giorni senza tramonto, quando passeggeremo , tra viali fioriti, con Lolek (Giovanni Paolo II), Madre Teresa, Don Bosco, William Wollas, Don Giovanni d’ Austria, Marcantonio Colonna, Vivaldi, Mozart e frate Alberico.

A proposito di frate Alberico, mancando un’ora alla messa, vado a visitare i lavori in corso nel suo castello.

Via Fortilizio è stata in parte liberata dai detriti accumulatisi all’epoca dell’abbattimento di parte della torre, dopo il terremoto  del 1915.

Con difficoltà ricostruisco il percorso della stradina attualmente stravolto, anche, a detta del tecnico Renato Vitti, da incisivi sbancamenti effettuati per creare l’accesso stradale a piazza Venturini.

La mia attenzione, poi, è caduta su un particolare interessantissimo.

Alla base della Torre, gli scavi hanno portato alla luce  un muro su cui poggia una parte della torre stessa.

Il muro ,che dovrebbe essere portato completamente alla luce, ha un tessuto di pietre diverso da quello della torre ed impastato con malta presumibilmente di epoca romana.

E’ certamente interessante la presenza di un muro romano sotto una costruzione  medioevale.

Il pensiero corre, immediatamente, a Montecassino,alla distruzione di San Benedetto del tempio d’Apollo e alla costruzione del Monastero.

I monaci benedettini   cristianizzarono  le valli” circumstanti”. Arrivarono anche a Settefrati e potrebbero aver distrutto, come a Montecassino, un tempio che si ergeva sull’Acropoli della collina settefratese.

Il castello potrebbe essere stato costruito sui resti delle mura del tempio.

Calma. Andando verso la chiesa a prender messa,non so perché, mi sono sentito un po’ Schliemann ,un po’ pronipote  di Frate Alberico  detto………. “il Visionario”.

Settefrati , 20 febbraio 2011

Aldo Venturini

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