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La faccia del corridore...

Una favola settefratese ed alcuni detti dialettali da Domenico Rustici. 14-10- 2016

Sembrerebbe, quella che segue, una favola di Fedro o di Esopo, ma non lo e'.  Al paese nostro se ne cita solo la parte finale che recita: “ non hai la faccia del corridore” , o, in dialetto “ n' tie' la faccia da querredore.. “. La favola in Italiano:

Al bordo di un campo arato si ritrovano un rospo ed una lepre. Il rospo dice alla lepre : Io sono piu' veloce di te, e te lo dimostro, arrivero' primo alla fine di questo solco. La lepre di rimando: tu sei pazzo , si sa che io sia molto veloce e che tu sei lento come... come un rospo. Lo sfidante insiste: proviamo solo una volta. Provano. Vince il rospo e la lepre e' incredula, o come si diceva, esterrefatta,  e propone una seconda “manche” … e... nonostante la maggior velocita' della lepre rispetto alla prima “manche” di nuovo il rospo vince. La lepre incredula ripropone un'altra sfida. Stavolta essa parte come una Mercedes di Formula Uno.... batte il suo record personale, ma... il rospo e' arrivato primo ancora una volta e tratta la lepre con sufficienza, spocchioso: “Che ti avevo detto? Io sono piu' veloce di te, come volevasi dimostrare”. La lepre replica: “E' vero che mi hai battuta tre volte, pero' ….. non hai la faccia del corridore”. Era successo che il rospo aveva un compare dall'altra parte del campo per cui la corsa era truccata..... ma la lepre non lo sapeva, e pur ammettendo la sconfitta non era convinta perche' il rospo non aveva la faccia del corridore... cioe' era e rimaneva un animale lento, … non era un corridore. Bella vero? . Direi bellissima. Applicabile in tutti quei casi in cui le prove di una qualsisai asserzione non convincono. Conoscete qualcuno che non ha la faccia del corridore? … Io ne conosco tonnellate e tonnellate... si riconoscono facilmente i non corridori perche' dicono spesso: io lo avevo detto, oppure.... se non fossi stato io..... oppure …. . Ma non hanno la faccia dei corridori.

A proposito di detti popolari nostri, detti  che risolvono  definitivamente una situazione con un' ironia che non da spazio a repliche, ve ne proponiamo alcuni suggeriti dall'amico Domenico Rustici, che e' un cultore del nostro dialetto e della nostre tradizioni popolari. I  detti popolari settefratesi sono numerosi, ma vanno  disperdendosi, e, come tante altre cose,  non reggeranno  a lungo nonostante un generale esiderio di salvare il salvabile

  1. Ognune all'arte sea , glie lupe alle peccuera...

  2. Gle suolde degl'avare se glie magna glie sciampagnuol...

  3. Attacca gli'uossene addo' vo' glie patrone..

  4. Scionna paglia pe ciente cavieglie..

  5. A chi tocca s'arroscia.

  6. E' scite fore 'le semenate

  7. A sessant'ienne ce vo' glie muoglie n'cape...

  8. E' date glie cure alla preta.

  9. N'ce serve glie zippe agl'uove.

  10. Nen conta i n'accusa...

  11. E' comme a lava la testa agl'uossene

  12. A te figlia le diche, e tu nora le 'ntienne.

Omettiamo le traduzioni, essendo i detti predetti comprensibili nella lettera e nel significato. Continueremo a pubblicarne altri.

NB. La e italica e' muta o semimuta. 14-10-2016